Il Recovery Plan comincia a prendere forma. Il governo ha mandato al Parlamento le schede tecniche del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) che rappresenta la piattaforma sui cui, dopo l'approvazione delle Camere, dovrà pronunciarsi la Commissione europea per la decisione finale. Si tratta di sei schede scritte in inglese con l'indicazione degli interventi e la distribuzione delle risorse. Rispetto al programma presentato il 12 gennaio da Conte e Gualtieri non ci sono significative novitaà a conferma che l'inciampo vero non era rappresentato dai saldi finanziari ma dalla gestione che il precedente governo voleva incardinare a Palazzo Chigi con una task-force di trecento super-esperti. Draghi, invece ha spostato il centro di gravità al Ministero dell'Economia guidato dall'ex direttore generale della Banca d'Italia Daniele Franco affiancato da cinquanta esperti. Le competenze verranno distribuite sui vari ministeri interessati.
I valori sono gli stessi del 12 gennaio: 46,3 miliardi per la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 69,8 miliardi per "rivoluzione verde e transizione ecologica"; 31,98 miliardi per le infrastrutture per la mobilita' sostenibile; 28,49 miliardi per il sistema educativo e ricerca; 27,62 miliardi per inclusione e coesione sociale; 19,72 miliardi per il sistema sanitario.
Il totale arriva a poco piu di 223 miliardi perche' il Piano contiene anche i fondi per il Sud a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC). Il Recovery Fund da solo vale 191 miliardi come ha spiegato il ministro Franco nel corso dell'audizione di lunedi' 8 marzo. Circa 130 miliardi sono destinati ai nuovi progetti. I restanti 60 miliardi a "progetti in essere" che riceveranno, grazie alla loro collocazione all'interno del Piano una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.
Complessivamente il documento si compone di 400 pagine con i traguardi temporali (milestones) - richieste dalla Ue - entro cui realizzare obiettivi e riforme. Le schede tecniche spiegano nel dettaglio i progetti a cui sta lavorando il governo con l'avvertenza che in molti casi si tratta di semplici bozze. Come infatti aveva annunciato Daniele Franco le schede tecniche non sono un testo nuovo bensi' l'indicazione delle misure da finanziare nell'ambito del Pnrr "al fine di un esame completo da parte del Parlamento".
L'arrivo dei documenti ha scatenato la polemica linguistica. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), ha presentato un'interrogazione al premier Mario Draghi sottolineando come "il Piano nazionale della ripresa e della resilienza, almeno nelle nuove versioni che stanno circolando, e' tutto in lingua inglese.
Inaccettabile. L'Unione Europea non e' l'impero dell'anglofonia, la cui madre patria e' anche uscita dall'Ue. Si traduca tutto il Piano nella versione originale in italiano e nelle 27 lingue dell'Ue. Richiamo il presidente Draghi a garantire, come ha assicurato nel suo discorso d'insegnamento, la massima trasparenza".
L'impatto stimato sul Pil e' del 3% fino al 2026 quando il piano dovra' essere completato. Questa stima, spiega il ministro Franco "non teneva conto di possibili effetti delle riforme". Il cronoprogramma prevede che il programma venga presentato a Bruxelles entro il 30 aprile. Poi la commissione Ue valutera' i piani di ciascun Paese e avra' a disposizione 8 settimane. Una volta acquisita l'approvazione del Consiglio europeo ci saranno altre quattro settimane per la definizione finale. Questo significa che le risorse europee saranno disponibili alla fine dell'estate Se tutto andra' secondo i piani ci sara' un prefinanziamento del 13% che per l'Italia vale 20 miliardi.
Tra le riforme che accompagneranno i progetti, ha sottolineato Franco, due sono "particolarmente importanti": quella della pubblica amministrazione e quella della giustizia. Non a caso proprio due giorni fa e' stato siglato il Patto di coesione fra il governo e i sindacati ripercorrendo il modello dell'accordo sulla concertazione raggiunto il 23 luglio 1993 fra l'esecutivo allora guidato da Carlo Azeglio Ciampi, Cgil. Cisl e Uil insieme a Confindustria. Sulla giustizia si aspetta l'iniziativa del ministro Cartabia.
(ITALPRESS).