"Ho la sensazione, anzi e' piu' che una sensazione, che siamo alla vigilia di un nuovo boom economico. Il rimbalzo, come tasso di crescita del Pil, sara' piu' vicino al 5 che al 4% previsto. E forse persino qualcosa piu' del 5% . Il nostro compito, come governo ma vorrei dire come Paese, e' allora quello di non sprecare questa occasione unica e irripetibile, accompagnandola con le riforme". Lo dice Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, intervistato dalla Repubblica. Ad alimentare aspettative positive, spiega Brunetta, anzitutto il "clima che si sta creando. Il Pnrr ancora non c'e', i primi 25 miliardi dovrebbero arrivare tra agosto e settembre, ma ci sono gia' stati il Next Generation Ue, il momento Hamilton dell'Europa, con la decisione storica di fare debito comune, e ovviamente l'effetto Draghi, con un governo di unita' nazionale guidato dalla personalita' piu' credibile che l'Italia potesse mettere in campo.
Tutto questo, insieme al successo del piano vaccinale del generale Figliuolo, sta producendo un clima molto, molto positivo. Stiamo vedendo all'opera gli 'spiriti animali' della nostra Italia".
Circa la debolezza storica del Paese nello spendere per investimenti, Brunetta sottolinea che "e' vero, il nostro punto debole e' sempre stata la macchina pubblica. La nostra manifattura privata funziona, anzi e' leader in Europa. Per dirla con Nenni, quella che manca e' la stanza dei bottoni. Adesso, anche se ti impegni a triplicare gli investimenti, tutti sanno che non ce la farai a spenderli". Bastera' il decreto semplificazioni? "E' un trittico di interventi: governance del Pnrr, semplificazioni e reclutamento della nuova Pa con concorsi veloci, digitali e trasparenti con al centro il merito. Per tornare alla metafora di Nenni, non c'e' solo da mettere i bottoni nella stanza del governo, ma bisogna anche connettere i fili. Altrimenti tu premi il tasto ma non accade nulla. Adesso e' un caos, non solo non sappiamo se un investimento e' fermo, non riusciamo neppure a capire perche' si e' fermato. In questa anarchia proliferano le lobby. E l'Italia muore".
(ITALPRESS).