Toti ai domiciliari per corruzione: favori in cambio di finanziamenti elettorali

Coinvolti anche Esselunga e il voto di scambio mafioso

toti ai domiciliari per corruzione favori in cambio di finanziamenti elettorali

Accuse pesanti: il governatore ligure avrebbe incassato tangenti per agevolare imprenditori.

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è agli arresti domiciliari su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova e della Guardia di Finanza. Le accuse a suo carico sono pesanti: corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e promesse elettorali legate a tangenti e favori a imprenditori.

Non è solo. Tra gli altri arrestati figurano Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità Portuale e AD di Iren (in carcere), e l'imprenditore Aldo Spinelli (ai domiciliari). Quest'ultimo, secondo gli inquirenti, avrebbe ottenuto il rinnovo di concessioni portuali in cambio di finanziamenti a comitati e fondazioni che sostenevano l'attività politica di Toti.

Le accuse nel dettaglio. Toti avrebbe ricevuto da Spinelli 74.100 euro per agevolare diverse pratiche:

  • Trasformazione da libera a privata della spiaggia di Punta Dell'Olmo;
  • Iter di una pratica edilizia per un complesso immobiliare di Spinelli a Punta Dell'Olmo;
  • Veloce approvazione del rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse;
  • Assegnazione agli Spinelli degli spazi portuali dell'ex Carbonile;
  • Favoreggiamento nella pratica del "tombamento" di Calata Concenter (approvata nel 2022).

Coinvolto anche Esselunga. L'inchiesta riguarda anche un presunto caso di corruzione che vedrebbe coinvolta Esselunga, che dopo l'elezione di Toti ha aperto i suoi primi punti vendita in Liguria. Tra gli indagati c'è Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, a cui è stato vietato temporaneamente di esercitare l'attività imprenditoriale.

Voto di scambio mafioso? Un filone dell'inchiesta ipotizza che il 22% dei voti ottenuti da Cambiamo (il partito di Toti) alle regionali del 2020 sia stato ottenuto grazie al voto di mafia. Per questo è indagato Matteo Cozzani, ex sindaco di Porto Venere e capo di gabinetto di Toti, accusato di corruzione e "promesse elettorali aggravate dal metodo mafioso". Cozzani, ora ai domiciliari, avrebbe agevolato l'attività del clan Cammarata di Cosa Nostra.

Le ripercussioni politiche. L'arresto di Toti e le accuse di voto di scambio mafioso sono un duro colpo per il centrodestra ligure. Resta da vedere se le accuse saranno confermate e quali saranno le conseguenze politiche per Toti e il suo partito.