Barbara Balzerani, ex militante delle Brigate Rosse, è deceduta oggi a Roma. Nata a Colleferro nel 1949, la sua vita è stata caratterizzata dal coinvolgimento nelle attività del gruppo armato e dalla partecipazione al sequestro e all'uccisione dello statista democristiano Aldo Moro. Dopo il 2011, Balzerani è stata rilasciata. Rimase ferma nelle sue convinzioni politiche e, sebbene nel 1993 abbia espresso rammarico per le conseguenze dei suoi atti, non si è mai dissociata dalle proprie scelte.
Conosciuta come la 'primula rossa', nome di battaglia 'Sara', si trasferì a Roma nel 1969 per studiare Filosofia all'università. Nel 1975 entrò nelle Brigate Rosse diventando parte della 'colonna romana delle BR' e si nascose nel 1977. Durante il sequestro di Moro, gestì insieme a Mario Moretti, suo compagno all'epoca, la base operativa brigatista in via Gradoli 96 a Roma. Partecipò anche al sequestro del generale americano della NATO James Lee Dozier nel 1981. Dopo l'arresto di Moretti nel 1981, cercò invano di gestire la scissione dell'organizzazione, dirigendo poi la fazione delle "Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente". Fu arrestata nel 1985 ad Ostia e condannata all'ergastolo per l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, rivendicato dalle BR.
Nel 1987, insieme a Renato Curcio e Mario Moretti, partecipò a un'intervista televisiva in cui dichiararono la fine della lotta armata in Italia, segnando la resa definitiva delle BR.
Balzerani è stata autrice di diversi libri tra cui "Compagna Luna" (1998), "La sirena delle cinque" (2003), "Perché io, perché non tu" (2009), "Cronaca di un'attesa" (2011), "Lascia che il mare entri" (2014), "L'ho sempre saputo" (2018) e l'ultimo, nel 2020, "Lettera a mio padre". In quest'ultimo libro, in un dialogo immaginario con il padre, riflette sul proprio percorso e sulle sue scelte.
Il suo nome tornò alla ribalta per le polemiche suscitate da un post su Facebook in cui chiedeva chi l'avrebbe ospitata all'estero per commemorare i 40 anni dalla strage di via Fani, in cui persero la vita gli agenti di scorta di Moro.
"Non credo più nella giustizia terrena a questo punto speriamo che ci sia una giustizia divina".
Lorenzo Conti, figlio di Lando, il sindaco di Firenze ucciso il 10 febbraio del 1986, ha commentato la morte dell'ex brigatista Barbara Balzerani: "È stato un individuo orrendo perché comunque lei quando è venuta a Firenze qualche anno fa, nel 2018, disse che per noi fare le 'vittime era diventato un mestiere'. Ha sempre avuto un odio verso tutti e verso tutto. Non è mai stata punita dalla giustizia italiana, era tornata libera e questo non è accettabile", ha concluso Conti.