Il Rapporto Territori 2024, presentato oggi dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), svela un'Italia dai contrasti profondi, dove i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell'Agenda 2030 sono distribuiti in modo diseguale. Un dato sorprendente emerge dalla Provincia autonoma di Trento, una delle eccellenze italiane, che tuttavia registra peggioramenti significativi in settori chiave come la povertà assoluta, la dispersione idrica e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Una Provincia virtuosa in difficoltà
Trento, tradizionalmente un modello di benessere e sostenibilità, riflette un paradosso: mentre il Nord Italia avanza nell'istruzione e nella qualità della vita, alcuni territori di punta come Trento vedono arretrare la propria capacità di affrontare sfide come l'accesso equo alle risorse idriche e la transizione energetica. Questo calo è emblematico di una difficoltà che non riguarda solo il Mezzogiorno, ma si estende a tutta la penisola.
Un'Italia frammentata tra eccellenze e ritardi
Il quadro generale tracciato dall'ASviS evidenzia come, tra il 2010 e il 2023, quasi tutte le Regioni e Province autonome abbiano peggiorato le proprie performance nei settori della povertà, della gestione idrica, della qualità degli ecosistemi terrestri e della giustizia. Solo Valle d’Aosta, Trento, Umbria e Lazio mostrano possibilità di centrare 12 obiettivi su 28 entro il 2030, mentre Sicilia e Calabria restano fanalini di coda con appena 4 obiettivi raggiungibili.
La Provincia autonoma di Bolzano, seppur spesso in vetta alle classifiche sul benessere, mostra anch'essa segnali di regressione, raggiungendo solo 6 obiettivi, a dimostrazione che anche le aree più forti stanno rallentando.
Sud e Nord: una dinamica inaspettata
Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, sottolinea una realtà controintuitiva: alcune aree del Sud stanno procedendo a un ritmo più rapido del Nord, nonostante il loro persistente svantaggio strutturale. Tuttavia, città come Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania non riescono a centrare più di due obiettivi ciascuna, evidenziando un divario che resta profondo.
Gli ostacoli al Sud non riguardano solo la mancanza di risorse, ma soprattutto la difficoltà di utilizzarle efficacemente. L’incapacità di sfruttare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e i 75 miliardi di euro dell'Accordo di Partenariato con l'Unione Europea è un nodo critico: al momento, è stato impegnato solo il 12% di questi fondi, lasciando in sospeso progetti vitali per lo sviluppo territoriale.
Esempi virtuosi e speranze per il futuro
Nonostante le difficoltà, il Rapporto evidenzia anche modelli positivi. Le nove città italiane selezionate per la Missione europea delle città a impatto climatico zero (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) si distinguono per la loro capacità innovativa. Progetti come la rigenerazione urbana in Emilia Romagna, Campania e Sicilia o le iniziative di rivalutazione delle aree interne, come Slow Food Travel, mostrano come creatività e buona governance possano fare la differenza.
Un esempio particolarmente ispirante arriva dalla Youth Bank di Agrigento e Trapani, che punta a promuovere l’empowerment giovanile, coinvolgendo le nuove generazioni in progetti che uniscono sostenibilità e sviluppo locale.
La corsa contro il tempo
Con il 2030 ormai alle porte, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile appare sempre più complesso. Il Rapporto ASviS ci invita a riflettere sulla necessità di strategie più incisive, capaci di unire le eccellenze territoriali in un percorso comune. Solo così l'Italia potrà affrontare le sfide di un futuro sostenibile, garantendo una qualità della vita equa per tutti i suoi cittadini.