Un mutuo viene acceso per comprare, costruire o ristrutturare una casa. Viene detto anche prestito ipotecario perché il pagamento delle rate è garantito da un’ipoteca sull’immobile. Prima di far richiesta di questo finanziamento è importante valutare con attenzione il proprio reddito e stabilire la propria disponibilità mensile, una volta sottratte le spese correnti. Per capire allora quale rata ci possiamo permettere possiamo ricorrere allo strumento di calcolo della rata del mutuo su MutuiOnline.it che consente di conoscere la sostenibilità sia attuale che futura del finanziamento che andremo a stipulare.
Secondo Banca d’Italia è fondamentale che la rata non superi un terzo del proprio reddito disponibile. In questo modo i mutuatari potranno far fronte alle spese ordinarie oltre che ad imprevisti o magari a possibili riduzioni del reddito provocate da eventi avversi come licenziamento, malattia e infortunio. Attraverso la simulazione il richiedente potrà scoprire in pochi step l’importo della rata prevista e dedurre la convenienza del mutuo, in base alla propria capacità di spesa.
Il costo di un mutuo è determinato principalmente dagli interessi che rappresentano il risarcimento per il finanziamento concesso. Tale compenso varia a seconda della durata del mutuo. Quanto più breve è un finanziamento, tanto più alte sono le rate, ma più bassa sarà la somma da versare per gli interessi. Al contrario se un mutuo ha una durata maggiore, sarà più elevato l’importo da restituire per gli interessi mentre saranno più basse le rate in quanto il totale sarà spalmato in un periodo più lungo. Agli interessi vanno poi sommate anche altre spese, come quelle notarili o le imposte.
Oggi i mutui più ricercati sono quelli a tasso fisso, scelti dal 98% dei richiedenti mutuo (fonte MutuiOnline.it) dove il tasso di interesse resta bloccato per tutta la durata del finanziamento. Questa tipologia di prestito ipotecario è consigliata a chi vuole conoscere sin dall’inizio l’ammontare totale del debito da restituire e dunque l’importo della singola rata. Il punto debole del tasso fisso sta infatti nell’impossibilità di sfruttare eventuali riduzioni dei tassi di mercato qualora si verificassero nel tempo. Al contrario con un mutuo a tasso variabile, la rata cambia a seconda delle oscillazioni di mercato. Il pericolo più grosso è un aumento insostenibile dell’importo delle rate. Fenomeno, quest’ultimo, che si è verificato nell’ultimo anno, prima del recente stop ai rialzi da parte della Bce.
La conferma arriva da una ricerca CRIF, secondo cui la crescita dei tassi ha causato un aumento delle rate dei mutui a tasso variabile con un picco del +49% per quelli erogati negli ultimi 5 anni.
Intanto con la primavera si respira aria di novità. Nonostante, infatti, la Banca Centrale Europea abbia lasciato ancora una volta i tassi fermi ai massimi storici, si prevede un possibile taglio in vista della riunione prevista per il 6 giugno. Al momento il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%, ma dopo mesi di attesa e alla quinta pausa dopo i dieci rialzi consecutivi, il Consiglio direttivo della BCE fa sapere che a breve "sarebbe opportuno ridurre l'attuale livello di restrizione della politica monetaria". Insomma, a giugno ci potrebbe essere il via libera al primo taglio dei tassi di interesse che secondo gli analisti sarà da 25 punti base.