Stampanti: scopriamo la differenza tra quadricromia ed esacromia

Come distinguere le tante alternative a disposizione

Quello delle stampanti è un mondo molto ricco e variegato: il livello di diffusione di questi articoli tecnologici è ormai altissimo, di conseguenza è possibile trovare, sul mercato, modelli dalle caratteristiche più disparate.

Ma come distinguere le tante alternative a disposizione?

Una distinzione molto interessante, meno nota rispetto a quella canonica tra modelli laser ed inkjet, è quella tra stampanti a quadricromia e ad esacromia, citata anche da un noto e-commerce del settore come www.tuttocartucce.com: andiamo quindi a scoprire di cosa si tratta.

Cosa si intende per quadricromia ed esacromia?

La distinzione tra quadricromia ed esacromia fa riferimento alla quantità di inchiostri, o meglio di colori di inchiostro, tramite cui la stampante può operare.

Le stampanti a quadricromia utilizzano cartucce che includono inchiostri dei 3 colori primari fondamentali, ovvero ciano, magenta e giallo, cui si aggiunge il nero; si tratta dunque di 4 distinti colori, da qui nasce, appunto, il termine “quadricromia”.

Attraverso la combinazione di queste 4 cromie, la stampante è in grado di generare tutte le possibili combinazioni.

Le stampanti ad esacromia prevedono invece l’utilizzo di cartucce comprendenti inchiostri di 6 colori, più esattamente di 2 colori supplementari rispetto a quelli già citati per le stampanti a quadricromia.

Questi 2 colori possono variare, possono infatti essere l’arancione e il verde, oppure il ciano chiaro ed il magenta chiaro: nel primo caso, le stampanti ad esacromia sono definite con la sigla CYMKOG, per il secondo caso, invece, si utilizza la definizione CcYMmK.

Pro e contro dell’una e dell’altra categoria

Il vantaggio dell’esacromia è nel fatto che partendo, appunto, da 6 colori “di base” piuttosto che da 4, la stampante riesce a creare una gamma di cromie e di sfumature sicuramente più ampia.

Secondo alcune stime il “tasso di fedeltà” delle stampanti a quadricromia, ovvero la loro capacità di rappresentare all’occhio umano le esatte tonalità e sfumature del disegno digitale da stampare, ammonta a circa il 50%, mentre nei modelli ad esacromia si sale a quota 80%.

Le stampanti a quadricromia sono sicuramente le più diffuse e, di conseguenza, lo sono anche i relativi consumabili, quindi le cartucce; per un utilizzo domestico della stampante, o comunque se non si hanno esigenze particolarmente elevate a livello qualitativo, questi modelli vanno più che bene.

Le stampanti ad esacromia, come detto, sono in grado di raggiungere degli standard superiori, di conseguenza sono ideali per chi non si accontenta di un buon risultato, ma pretende una rappresentazione visiva eccelsa e quanto più fedele possibile al file digitale da riprodurre su carta.

Per contro, le stampanti ad esacromia tendono ad essere più costose rispetto a quelle a quadricromia, inoltre sono meno diffuse, di conseguenza le opportunità di scelta sono più limitate sia per quel che riguarda l’acquisto della periferica che quello delle sue cartucce.