"Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. Non a caso oggi si usa l'espressione 'povertà educativa' per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino. La scuola per conoscere. Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola. La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa, e genera ulteriori discriminazioni. La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l'eliminazione di ogni discrimine". Così il presiente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando la figura di don Milani a Barbiana nel centenario della nascita.
"La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sè figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: 'Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cosè. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà. Il merito non è l'amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito - ha aggiunto Mattarella - è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perchè è giusto e per non far perdere all'Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito". (Italpress)