Come si sta evolvendo la legislazione sulle criptovalute in Italia?

Oggi giorno quasi un italiano su cinque ha Bitcoin nel proprio portafoglio digitale

come si sta evolvendo la legislazione sulle criptovalute in italia

Le criptovalute hanno registrato una diffusione considerevole negli ultimi anni, aumentando la propria diffusione non solo in quelle nicchie di utenti direttamente interessati agli investimenti, ma anche rispetto a un pubblico più ampio. Oggi giorno, nel nostro Paese, quasi un italiano su cinque ha Bitcoin nel proprio portafoglio digitale, ma allo stesso tempo si registra anche una bassa informazione finanziaria che lascia ancora parecchie zone d’ombra su quale sia il perimetro legislativo entro cui potersi muovere.

Bitcoin ed Ethereum: le due criptovalute più famose e diffuse

Le due criptovalute più famose, anche in Italia, sono senz’altro Bitcoin ed Ethereum. Diverse per tecnologia e applicazioni, entrambe hanno saputo ritagliarsi uno spazio considerevole nella vita quotidiana di milioni di persone. Bitcoin è la criptovaluta più conosciuta al mondo e anche la prima a essere stata lanciata sul mercato, nel 2009. Da sempre la più popolare, oggi è riuscita a qualificarsi anche come strumento di pagamento, alla stregua di quelli più tradizionali.

Ethereum, invece, ha compiuto un percorso diverso e grazie alla potenzialità tecnologica che sta alla base della sua blockchain, ha saputo conquistare una popolarità sempre crescente. Pur rappresentando un importante asset di investimento, non c’è solo lo scambio Ethereum Euro a catalizzare l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. Il concetto di smart contract e della sua realizzazione attraverso la blockchain di Ethereum è alla base degli NFT, i non-fungible token che sono riusciti in poco tempo a trovare applicazioni decisamente eterogenee tra loro: dal mondo dell’arte a quello della moda, dall’industria dello sport a quella del gaming.

A che punto è la legislazione delle criptovalute in Italia

La crescente attenzione e le diverse applicazione delle criptovalute, tanto dal punto di vista degli investimenti che rispetto al tessuto socioeconomico quotidiano, hanno per forza di cose accelerato l’esigenza di una regolamentazione chiara in proposito, anche perché per la natura stessa della tematica è di fatto impossibile restare in una dimensione prettamente nazionale. D’altronde negli ultimi anni, anche se a macchia di leopardo, si sono registrate delle scelte politiche molto forti: basti pensare a quanto deciso da El Salvador e Repubblica Centrafricana, che hanno deciso di adottare il Bitcoin come valuta nazionale accanto a quelle tradizionali. 

Cosa propone il disegno di legge n.2572 presentato il 30 marzo 2022

Per quanto riguarda l’Italia, il 30 marzo 2022 è stato presentato al Senato della Repubblica il disegno di legge numero 2572, che al suo interno propone delle soluzioni rispetto all’inquadramento fiscale delle criptovalute, con particolare attenzione anche alle norme antiriciclaggio. Prima di allora, un tentativo era stato fatto già nel 2021 con una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati e che tentava di sopperire a un vuoto colmato solo in parte da alcune disposizioni in tema di amministrazione finanziaria.

Il disegno di legge propone in primis di arrivare a una definizione univoca delle critpovalute in quanto monete virtuale. Da qui, si muovono delle considerazioni su quelle che possono essere delle modifiche rispetto alla prevenzione dell’utilizzo di questi sistemi con lo scopo di riciclaggio, ma si è ancora lontani da una risposta univoca e condivisa. Il merito di questo tentativo è senz’altro quello di porre attenzione su un tema che sta coinvolgendo nel tempo sempre più persone, che necessita di una legislazione chiara per poter delimitare con assoluta certezza il perimetro di azione dei diversi attori coinvolti.