Nelle inchieste sulle mafie e sulle stragi "non sempre le nuove acquisizioni consentono di dire che certamente vi e' un passo in avanti, perche' a volte quel passo in avanti potrebbe anche essere un tentativo di depistaggio". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, oggi a Firenze per partecipare a un evento commemorativo del ventottesimo anniversario della strage di via dei Georgofili.
"Ricordiamo come - ha aggiunto De Raho - dopo una trasmissione in cui si era parlato di Maurizio Avola, il procuratore facente funzioni di Caltanissetta sia stato costretto ad uscire con un comunicato per evidenziare quali erano stati i riscontri negativi che erano stati acquisiti in un certo aspetto, fermo restando che ci sono tanti altri elementi invece utili. Un depistaggio come quello di Scarantino non potra' mai piu' avvenire perche' tutti gli uffici con le loro conoscenze, con i loro riscontri, con le loro capacita' partecipano ad una conoscenza condivisa e ciascuno esprime valutazioni sugli elementi che sono stati acquisiti dagli altri secondo la propria esperienza e secondo la propria specializzazione: e' questo il metodo che voleva Giovanni Falcone".
(ITALPRESS)