Clemente Russo ha appeso i guantoni al chiodo ma non scenderà dal ring. Rimarrà all’angolo per allenare i giovani e trasmettere quello che ha appreso nella sua straordinaria carriera che si è conclusa a fine luglio. La mancata qualificazione alle Olimpidi è stata dura da digerire, ma Tatanka è ripartito con entusiasmo e l’ha dimostrato anche in occasione dell’evento celebrativo promosso ed organizzato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in collaborazione con la Federazione Pugilistica Italiana, presso la Sala G. Minervini di Largo Luigi Daga.
Una giornata fortemente voluta dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Presidente Bernardo Petralìa, che con Stecca e Damiani ha reso omaggio alla grandezza del due volte campione del mondo e doppio argento alle Olimpiadi di Pechino e Londra. “Ho sempre avuto la convinzione che i pugili siano gli attori di una prova disumana per l’umanità, e il ring una livella, come quella descritta da Totò, dove l’etnia, l’altezza, l’allungo vengono meno, in un attimo, appena i pugili iniziano a combattere –ha spiegato Pretalia-. Ringrazio Clemente Russo perché con la sua carriera, i suoi risultati ed il suo stile strategico e intelligente, ha portato moltissime ragazze e ragazzi a convincersi che il pugilato è una straordinaria opportunità di mettersi in discussione, di prendersi sul serio con il sorriso sincero di chi sa che quello sforzo è già icona di vittoria sociale”.
Per il campione di Marcianise parole dolci e cariche di importanza sono arrivare anche dal presidente della Federazione Pugilistica Italiana Flavio D’Ambrosi.
“Sono sicuro che Clemente continuerà ad ottenere successi anche all’angolo e che, con il suo talento e la sua esperienza, contribuirà in modo determinante a formare quel vivaio giovanile che ad oggi resta uno dei primi obiettivi della FPI. Lui è stato e continuerà ad essere un grande esempio di uomo e atleta”. Un commosso Clemente Russo si è goduto a pieno questa giornata che chiude un cerchio e ne apre uno che può essere ancora più importante.
“Ringrazio il prezioso team di formatori da Patrizio Oliva, Francesco Damiani fino a Giuseppe Foglia, che, insieme a tutto lo staff FPI, a cominciare dal Presidente, mi hanno dato la possibilità di crescere dentro e fuori dal ring e di farlo in sintonia con quella che è la mia seconda famiglia, il Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre. Ho la fortuna di poter contare su persone speciali come il Presidente Petralia, il Responsabile del G.S. Fiamme Azzurre Mariano Salvatore ed il Responsabile della Sezione Pugilato Augusto Onori. Continuerò a militare nella boxe ma stavolta da tecnico alla ricerca del talento”. Perché il “talento” è un richiamo che i campioni percepiscono velocemente.