Sette persone sono state fermate questa mattina con l'accusa di essere i mandanti e gli esecutori di un omicidio commesso nel 1989. L’indagine sulla morte del vigile urbano Antonio Diana è stata riaperta grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti. Diana sarebbe stato ucciso perché sospettato di aver tradito i Casalesi facendo da specchiettista per l'omicidio di uno di loro: la vittima aveva 30 anni.
Secondo il gip il fatto si colloca nello scontro armato tra le due fazioni dei Casalesi: una capeggiata da Francesco Schiavone “Sandokan”, Francesco Bidognetti “Cicciotto e Mezzanotte” e Vincenzo De Falco “o’ fuggiasco”, mentre l’altra, capeggiata dal nipote Antonio Salzillo “capacchione”, alleato con Sebastiano Caterino “Evraiuolo” e Luigi Venosa “cucciere”.
Redazione ce