Carceri: morti ed evasi nel silenzio del ministro e del Dap

Il monito di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria

carceri morti ed evasi nel silenzio del ministro e del dap

A pagarne le spese, oltre ai reclusi, 36mila donne e uomini della polizia penitenziaria, sottodimensionati negli organici, stremati nelle forze e mortificati nell’orgoglio...

Caserta.  

“In un solo giorno un detenuto diciottenne, presunto innocente, è morto nel carcere di Milano San Vittore a seguito di un incendio, in un quadro che merita di sicuro approfondimenti, un altro è evaso dall’ospedale di Sessa Aurunca dov’era stato condotto, dalla casa di reclusione di Carinola, per essere sottoposto a una visita specialistica, 70 suicidi fra i detenuti e 7 fra la polizia penitenziaria nel solo 2024, 15mila ristretti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla polizia penitenziaria, omicidi, stupri, traffici di sostanze e oggetti non consentiti, violenze di ogni genere e in tutto questo non una parola dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e dal ministero della giustizia, molto più attenti nel tentare di ridimensionare, peraltro goffamente, una crisi senza precedenti. Ma cos’altro deve accadere affinché si assumano seri provvedimenti?”

Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria

"Mentre la politica evidentemente è impegnata a occuparsi del caso Sangiuliano piuttosto che di ‘Sanvittore’, nei penitenziari avviene di tutto. A pagarne le spese, oltre ai reclusi, 36mila donne e uomini della polizia penitenziaria, sottodimensionati negli organici, stremati nelle forze e mortificati nell’orgoglio, che scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello stato. Quello stesso Stato che, per mano dei governi, li ha abbandonati”, aggiunge il segretario della Uilpa polizia penitenziaria."

"Il guardasigilli, Carlo Nordio, e l’esecutivo Meloni battano un colpo. Tutto quello che sta avvenendo ha delle responsabilità precise, quantomeno politiche e morali, ma forse non solo. Servono interventi tangibili e ad effetto immediato. Necessita subito ridurre il sovraffollamento, potenziare la polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria e rendere salubri e sicure le strutture. Parallelamente, va riorganizzato l’intero sistema. Davvero, non c’è più tempo”, conclude De Fazio.