Dopo ultime giornate di follia e violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la segreteria generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe sollecita l’intervento del ministero della giustizia e degli organi nazionali e regionali dell’amministrazione penitenziaria, invitandoli anche ad avvicendare la direzione di reparto sollecita Donato Capece, segretario generale del Sappe.
Capece denuncia: “Nel caso di Santa Maria Capua Vetere, differentemente da altri istituti, va registrata la carenza e l’inadeguatezza, più volte portate all’attenzione del ministero e del provveditorato, che, sommata al caos generalizzato diffuso in molti istituti della repubblica, formano una miscela esplosiva per l’ordine interno e per la sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria.
Il Sappe torna a denunciare le criticità di Santa Maria Capua Vetere. Nella nota, denuncia che “quasi tutti i detenuti per ordine e sicurezza che vengono trasferiti presso il penitenziario casertano non perdono nemmeno un attimo di tempo per porre in essere eventi critici e ciò, non è un'iperbole, ma può essere facilmente documentato. A questi, si deve aggiungere che il personale di polizia penitenziaria presente presso il penitenziario di Santa Maria Capua Vetere è davvero poco e, infatti, in spregio a quanto previsto dalle leggi, svolge esclusivamente turni di lavoro organizzati su 3 quadranti (minimo 8 ore di lavoro giornaliero). Inoltre a causa della notevole distanza che intercorre tra l'ospedale ove vengono ricoverati i detenuti (quello di Sessa Aurunca) e il carcere di Santa Maria Capua Vetere, il personale impiegato in piantonamenti e/o traduzioni in ambito sanitario è spesso costretto a svolgere finanche n.12 (dodici) ore di lavoro giornaliere”.
Da qui, la richiesta del Sappe alle autorità a prendere i dovuti provvedimenti e, in particolare, fare in modo che l'organico di personale venga adeguatamente potenziato, fare in modo che i detenuti facinorosi vengono immediatamente trasferiti in altre strutture, così come previsto dalle vigenti circolari dipartimentali e che quelli meritevoli di cure mediche ospedaliere vengano tradotti al più vicino nosocomio della città di Caserta, e non a quello di Sessa Aurunca che dista circa 44 chilometri dal penitenziario in parola.