“Otto suicidi e sei tentativi di suicidio nell’ultimo mese di giugno, una dozzina di casi di celle incendiate nelle ultime settimane, almeno cinque episodi di aggressione a personale penitenziario la settimana, sei risse tra detenuti di clan rivali o tra detenuti italiani ed extracomunitari nel giro di pochi giorni: la bollente estate 2022 nelle carceri italiane è molto lontana dallo stucchevole dibattito politico in corso sulla riforma del sistema penitenziario”.
Ad affermarlo è il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale “la situazione di controllo delle carceri da parte dello Stato, già sfuggita di mano da qualche anno, in questa estate rischia il tracollo. Per questo - aggiunge - abbiamo deciso azioni di mobilitazione per smuovere il “torpore” mentre di fronte all’emergenza esplosa con le cosiddetti mini-rivolte diffuse in numerosi istituti e le quotidiane aggressioni al personale penitenziario - spiega Di Giacomo - la Ministra Cartabia sta pensando a paliativi come le misure alternative al carcere per detenuti con pene cosiddette minori che non risolvono in alcun modo le problematiche del sovraffollamento e della carenza di strutture adeguate oltre, naturalmente, di agenti e personale. Tra l’altro si finge di ignorare che nelle carceri ci sono alcune centinaia di detenuti con problemi psichiatrici che non dovrebbero trovarsi lì.
Siamo alla vigilia dell’anniversario della visita della Ministra e del Premier Draghi (14 luglio 2021) per la prima volta nella storia del nostro sistema penitenziario ad un carcere, quello di Santa Maria Capua Vetere, a seguito dei noti fatti, ma nessuna delle promesse di un anno fa ha trovato attuazione. Anzi – aggiunge – l’impegno per la realizzazione di otto nuovi padiglioni si è trasformata in un numero imprecisato di “casette per l’amore”. Noi non siamo più disponibili a tollerare il lassismo e raccogliendo le continue proteste dei colleghi che non ce la fanno più a fare da “bersagli” su cui detenuti violenti possono scatenare la propria rabbia abbiamo deciso di passare alla mobilitazione.
Lo stiamo ripetendo, inascoltati, da troppo tempo: ci sono tutte le avvisaglie pericolosissime che con questa caldissima estate può riprendere la stagione delle rivolte con tutti i rischi e le conseguenze che abbiamo conosciuto nella primavera del 2020.
L’anniversario della “visita di Stato” Draghi-Cartabia a Santa Maria per noi – afferma Di Giacomo – non può passare inosservata: si tratta di mettere fine una volta per tutte al clima buonista nei confronti dei detenuti e alla campagna contro gli agenti “violenti e picchiatori” che perdura appunto da un anno. In attesa di misure e provvedimenti più ampi anche di carattere legislativo chiediamo a Parlamento e politica di definire un primo pacchetto di misure di emergenza, aprendo gli occhi sulla realtà del nostro sistema penitenziario: dalle carceri del Nord e del Sud del Paese boss ed esponenti di spicco della criminalità organizzata comandano al punto che i casi di ordini e minacce estorsive, persino via telefono, si susseguono da tempo e interessano numerosi istituti penitenziari specie quelli con detenuti a regime 41 bis. Noi - conclude Di Giacomo – continuiamo a mettere in guardia: è ora - non domani - il momento di agire”.