Si è concluso oggi, con l’iniziativa organizzata nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, il ciclo di incontri nelle carceri campane, promosso dal Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, e dall’associazione “Libera contro le mafie”, presieduta da Don Ciotti, in vista della Giornata nazionale dell’impegno e della memoria delle vittime innocenti di mafia, in programma a Napoli il prossimo lunedì.
Nella chiesta dell’istituto di pena, hanno partecipato all’incontro la Direttrice, Donatella Rotundo, il Garante dei detenuti campano, Samuele Ciambriello, il Senatore Sandro Ruotolo, la referente “Libera Caserta”, Marilù D’Angelo, oltre che Marzia Caccioppoli e Bruno Vallefuoco, familiari di vittime innocenti di Camorra e una delegazione di studenti e docenti dell’Istituto tecnico “Leonardo Da Vinci” di Santa Maria Capua Vetere.
A prendere per prima la parola è stata la direttrice dell’istituto penitenziario, leggendo un passo del libro ‘Ali bruciate. I bambini di Scampia’, scritto da un ex detenuto da lei conosciuto diversi anni fa. La lettura ha anticipato una sua riflessione sul concetto di malavita e criminalità organizzata.
Il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello ha sottolineato «come il 21 marzo, giorno di inizio della primavera, rappresenti anche il risveglio della verità e della giustizia sociale. In Italia su 1040 vittime innocenti di mafie, metà sono campane. È importante parlare di criminalità organizzata e ricordare le vittime innocenti per non restare indifferenti. L’indifferenza è un proiettile che uccide più di un’arma».
Toccante la testimonianza di Bruno Vallefuoco, padre di Alberto, ucciso erroneamente nel 1998 dalla Camorra, mentre insieme a due colleghi si recava ad un corso di formazione. «La parola legalità andrebbe sostituita con responsabilità e corresponsabilità – ha affermato – La sentenza, anche se dura, non mi ridarà indietro mio figlio. Nel vocabolario troviamo solo le parole orfano e vedovo, mentre non esiste un termine che indichi lo status di genitore che perde un figlio».
Incisivo anche il racconto di Marzia Caccioppoli, mamma di Antonio, bimbo di 9 anni morto per una malattia causata dalle tossicità nella c.d. Terra dei fuochi. «Sono dieci anni che combatto con don Maurizio Patriciello per la salvaguardia del futuro dei giovani. Antonio, ad ottobre scorso, avrebbe compiuto 18 anni e per una madre di figlio unico è un dolore inspiegabile».
È costante l’impegno di Marilù D’Angelo, referente di “Libera Caserta”, che ha raccontato la sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata, anticipando qualcosa di ciò che avverrà nella giornata della Legalità del 21 marzo.
Poco prima della conclusione dell’incontro, un detenuto ha chiesto di parlare, ponendo diversi interrogativi ai presenti sul tema della rieducazione del condannato, fondamentale per trovare opportunità di lavoro e vivere secondo legalità, una volta uscito dal carcere.
A concludere è stato il senatore Sandro Ruotolo. Le sue parole suonano come un appello alle coscienze: «Non c’è futuro per chi sceglie la vita del crimine organizzato. La cultura rende liberi e, se volete essere liberi, dovete dire di no alla criminalità organizzata, perché in caso contrario si è solo sudditi. Sareste senza sogni, ma ognuno ha il diritto di sognare».
Il carcere di Santa Maria Capua Vetere ospita 798 detenuti, di cui 165 stranieri e 52 donne, tutte con reati associativi.