Lotta alla brucellosi: Coldiretti Campania chiede la modifica del decreto

Stop alla norma che impedisce la fecondazione artificiale negli allevamenti

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La Coldiretti Campania, attraverso un documento, chiede alla Regione Campania di farsi portavoce presso il Ministero della Salute per fare modificare il decreto...

Caserta.  

Stop alla norma che impedisce la fecondazione artificiale negli allevamenti colpiti da brucellosi o tubercolosi. Questa la richiesta presentata dalla Coldiretti Campania al termine del tavolo tecnico in Regione Campania. All’incontro hanno preso parte il presidente regionale Ettore Bellelli e il direttore di Coldiretti Caserta Giuseppe Miselli.

Il decreto 2 maggio 2024 del Ministero della salute ufficializza l’adozione dei programmi nazionali obbligatori per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi nei bovini e bufalini, nonché della brucellosi negli ovini e caprini per gli anni 2024-2030.

“Abbiamo accolto le difficoltà create agli allevatori dal decreto del 2 maggio 2024 ed abbiamo cominciato a chiedere di risolvere le criticità partendo dalla norma ritenuta più dannosa per le aziende” spiegano i partecipanti all’incontro. Al tavolo era presente, fra gli altri, anche il coordinatore della consulta bufalina Davide Letizia.

La Coldiretti Campania, attraverso un documento, chiede alla Regione Campania di farsi portavoce presso il Ministero della Salute per fare modificare il decreto.

La norma, introdotta con l’ultimo decreto di maggio 2024, di fatto paralizza tutta l’attività di un’azienda che viene colpita da focolai delle malattie che si intendono combattere. “Come i nostri allevatori hanno avuto modo più volte di sottolineare -spiega il direttore di Coldiretti Caserta Giuseppe Miselli- questi nuovi obblighi comportano notevoli contraccolpi economici. La pratica aggiuntiva dello stop anche alla fecondazione artificiale sommato al divieto della monta naturale e al divieto di introduzione di nuovi animali portano l’azienda colpita verso il fallimento”.

Basta dare un’occhiata ai numeri per comprendere che il decreto che inasprisce le pratiche da adottare è severo più del dovuto:

“Secondo i dati del Sir, nel 2020 la prevalenza periodale era del 14,80%, quattro anni dopo le rilevazioni dell’Istituto Zooprofilattico dicono che siamo ormai all’8,8%. Mentre l’incidenza, secondo le medesime fonti, è calata dal 10,40% del 2020 al 4% del luglio 2024. La cura stava dando i suoi effetti anche senza questo inasprimento. Per questo chiediamo di fermare la norma che impedisce la fecondazione artificiale delle bufale.

Abbiamo pronto un documento che attraverso gli uffici regionali faremo pervenire al Ministero dell’agricoltura. La tutela delle aziende zootecniche della Campania sono al primo posto delle priorità della Coldiretti” aggiunge il presidente regionale Ettore Bellelli.