Palumbo: "Agroindustria e territorio binomio inscindibile"

"Una vocazione territoriale che non si ferma alle sole produzioni agricole"

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L'intervento del segretario generale della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo a margine di un incontro con la categoria agroalimentare.

Caserta.  

"L'Agroindustria e la provincia di Caserta rappresentano un binomio inscindibile, una vocazione territoriale che non si ferma alle sole produzioni agricole ed ai soli numeri macroeconomici".

E' quanto ha dichiarato questa mattina il segretario generale della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo a margine di un incontro con la categoria agroalimentare.

"L'industria della trasformazione è storicamente presente in terra di lavoro, ci sono filiere come quella del tabacco che connotano il territorio e a giudicare dai tanti lavoratori che si rivolgono al patronato per le pratiche di disoccupazione agricola il numero degli addetti non è affatto marginale. Neanche rappresenta un caso il fatto che i maggiori brand dell'industria abbiano stabilito in Campania ed a Caserta le loro sedi produttive ed operative.

In agricoltura poi, prima ancora di comprendere le ragioni di chi protesta" ha continuato il sindacalista "è necessario alzare i vessilli della qualità e della biodiversità, nonché quello delle produzioni a marchio che sono caratteristiche dell'intero stivale.

Per questi motivi alla Cisal restiamo convinti che l'attenzione sul comparto debba essere strategica e primaria. Vanno prontamente rimarginate le ferite come quella ancora aperta della gestione dell'emergenza nella filiera bufalina, dove giorno dopo giorno si dimostra come l'immobilismo dell'intera classe politica locale, condanni il comparto a viaggiare per inerzia, senza che nemmeno si possano operare valutazioni o si possano porre correttivi ad una narrazione che desta più di una lacuna.

Gli applausi tributati negli scorsi giorni dai cittadini agli agricoltori ed agli allevatori che lungo la Via Appia ed a Santa Maria Capua Vetere hanno fatto tappa per le loro rimostranze dimostrano che c'è una cultura del lavoro locale, che spazia dall'agricoltura alla pesca, dall'imbottigliamento alla trasformazione, dai pastifici alle fabbriche di latticini, liquori e dolciumi che necessita di una seria rappresentanza".