“O comprate da noi le bibite o sono guai”. Sette persone sono finite nel mirino della Dda per il “racket delle bibite” e altri reati. In pratica i gestori di strutture sportive e in particolare di campi di calcetto dovevano pagare il pizzo se non volevano subire ritorsioni, l'alternativa al pagamento era rifornirsi di bibite da una società di smercio all'ingrosso indicata dagli arrestati.
Per questo il gip di Napoli su richiesta della Dda ha spiccato sette misure cautelari per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dal contrabbando di sigarette. In carcere sono finiti i titolari di una rivendita di bibite di Capua. Due persone ai domiciliari e tre indagati colpiti da obbligo di firma e di dimora.
Racket dei campi di calcetto: sette misure cautelari
Costringevano i gestori a comprare le bibite dalla loro ditta, pena ritorsioni
Capua.