Italrugby, Smith:"Iniziamo a plasmare un gruppo importante"

Il CT azzurro ha fatto il punto dopo la fine del raduno di Parma

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Si è concluso giovedì il primo raduno posto-covid dell’Italrugby. L’obiettivo è stato quello di cominciare a dare alla squadra una mentalità diversa. A fare il punto della situazione ci ha pensato il CT Franco Smith.

“Già dal Sei Nazioni 2020, all’inizio della mia avventura con l’Italia, c’era la volontà di cambiare e innovare ma, al tempo stesso, di contare sull’esperienza di atleti come Budd, Sgarbi e Zanni, in grado con la propria esperienza di avere un impatto positivo sul gruppo dentro e fuori dal campo. L’intenzione è sempre stata quella di guardare avanti, oltre una grande generazione di grandi atleti come Parisse o Ghiraldini, creando un nuovo cammino per l’Italia e sviluppando un DNA basato sugli ottimi risultati che i giovani delle ultime stagioni di Under 20 hanno ottenuto. C’è molto talento nei giovani italiani, un aspetto confortante con cui guardare al prossimo ciclo quadriennale”. Smith scommette sui giovani e ha cominciato il suo lavoro con la nuova generazione. “Da questo primo raduno stagionale iniziamo a plasmare un gruppo di atleti che deve iniziare ad assumere un crescente carico di responsabilità, perché gli atleti che hanno concluso la propria carriera internazionale hanno lasciato un vuoto importante. E’ una grande sfida quella che ci aspetta, fatta di lezioni da imparare sul campo, le stesse che ha imparato la generazione che ha preceduto questa. Questi ragazzi che si affacciano o che hanno iniziato a confrontarsi con l’altissimo livello internazionale devono imparare a giocare in stadi che speriamo tornino presto ad essere pieni, a gestire una pressione diversa a quella a cui sono abituati e che può indurli a sbagliare sul campo: la mia esperienza, quella di Tronky, Giampiero, Corrado, Marius potrà aiutarli a canalizzare questa pressione in modo positivo. Quintin Kruger, il nuovo responsabile della preparazione, ha lavorato con me negli ultimi cinque anni e sa come allenare l’intensità e la forza che voglio vedere sul campo dalle mie squadre”. 

“Nuove abitudini, una nuova cultura, un’etica del lavoro elevatissima sono i pilastri su cui costruire la nostra Nazionale. Tutti noi allenatori conosciamo bene l’ambiente italiano, io ho allenato una delle franchigie in passato, conosco il modo di lavorare e voglio costruire una collaborazione ancor più solida con Benetton e Zebre: anche da qui passa la costruzione del nostro DNA”.

“In questi giorni - ha concluso Smith - abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con meno pressione, non avendo partite all’orizzonte, e di concentrarci su alcuni dettagli senza pensare agli avversari o, viste le limitazioni, al contatto. Un aspetto interessante e utile in particolare considerando che stiamo iniziando a lavorare con un gruppo di atleti profondamente rinnovato, installando un nuovo gioco e fissando principi e punti fermi del rugby che vogliamo proporre. La pressione arriverà e sarà utile alla nostra crescita. Vincere e far crescere nuovi giocatori, questa è la nostra sfida”.