Per salvare lo sport sono tante le ipotesi fatte in questi giorni. Una delle più concrete è arrivata dal presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli.
"Serve un'iniezione immediata di liquidità, 200 milioni a fondo perduto per sostenere le società, senza le quali lo sport in Italia non si fa e possiamo chiudere tutto, dalle federazioni al Coni stesso - ha spiegato Barelli all'agenzia Italpress- Tutti gli italiani gioiscono quando vedono sventolare una bandiera tricolore, si gasano quando sentono il nostro inno nazionale, ma tutti i nostri campioni nascono all'interno delle società. Perché lo sport in Italia non si fa nelle scuole né all'università dato che mancano le strutture e il metodo. E i comuni non hanno i soldi per garantire l'attività motoria. Per questo le società sono fondamentali e ora hanno bisogno di aiuto". Barelli è passato dalle parole ai fatti con il supporto del collega deputato Marco Marin. I due hanno già presentato un emendamento per l'istituzione di un fondo a favore delle associazioni sportive dilettantistiche del valore di 200 milioni di euro. "Io supporto in maniera totale, genuina e leale tutto ciò che sta facendo e potrà fare il ministro Vincenzo Spadafora. Si sta battendo al meglio per lo sport di base, ma serve un impegno maggiore anche da parte del Governo. Il ministro non va lasciato solo visto che le esigenze del Paese sono tante, in tutti i settori. Non vorrei che lo sport rimanesse schiacciato in questa congiuntura drammatica. Perché, voglio ribadirlo ancora una volta visto che ci tengo particolarmente, senza le società dilettantistiche lo sport in Italia non esiste e possiamo chiudere tutto".
Intanto il Coni ha inviato alle varie Federazioni un questionario sui fattori di rischio della ripresa dell’attività. Il prossimo 4 maggio potrebbe esserci qualche novità, intanto si studiano le varie possibilità di ripartenza.