Minacce, uova e quel lato B esplosivo. Per un pugno di voti

Le amministrative sono appena iniziate. Ma già regalano situazioni incommentabili

Disastri su e giù per la penisola. Dal lato B di Turrini allo splendido slang di De Magistris.

In amore e in politica non ci sono regole. La sintesi di questi giorni di campagna elettorale. Su è giù per la penisola.

Partiamo dagli ultimi fatti nostrani.

UOVA E FRITTATE ESPLOSIVE

Appena ieri abbiamo commentato l'assalto squadrista di alcuni studenti di fronte al comitato della candidata del Pd a sindaco di Napoli, Valeria Valente. Con lanci di uova e vernice.

Qualche giorno prima, l'assalto (fortunatamente solo verbale) compiuto dall'altro candidato al più alto scranno del comune partenopeo, l'uscente Luigi De Magistris. Ha dato il meglio di sé. La folla urlante pendeva dalle sue vibranti labbra che regalavano rose a profusione all'indirizzo del premier Renzi.

«Ti devi cagare sotto! Di noi devi cagarti sotto! Non mi avranno, gli servirà il piombo fuso». Un incitamento da vero capo ultras, solo che a lanciarlo, come dicevamo, non c'erano Genny la Carogna o il croato Ivan Bogdanov, ma proprio lui, il primo cittadino in carica nonché ex magistrato partenopeo.

Anche se il nostro faceva di tutto per assomigliare ai brutti ceffi di cui sopra. Con la bandana arancione che ribadiva, qualora non bastassero le parole, il suo guascone fare piratesco. E lo status di figlio del popolo. E che figlio!

Luigi ci ha preso gusto e ha continuato, regalando slang degni dei più malfamati bar di Caracas. E non ce ne vogliano i venezuelani.

«Non mi avrete mai, dovrete usare il piombo fuso - ha urlato -. Io sto con la gente come te, come te che non conti un cazzo!», e indicava quasi minaccioso uno dei cittadini fra la folla. «Non conti un cazzo, ma per me conti tantissimo!». Olè. Frasi che, converrete con noi, davvero poco hanno a che fare con la massima rappresentanza di un comune, che si chiami anche Paperopoli. Figuriamoci Napoli.

PISTOLE FUMANTI E LATI B INASPETTATI

Un manifesto orribile per la città partenopea la cui immagine, nonostante la campagna elettorale sia solo alle battute iniziali, ha già ricevuto la sua abbondante dose di letame. In un periodo per giunta caldo come quello attuale, con la città consumata quotidianamente da orribili fatti di cronaca.

Una situazione che, stando a quanto visto finora, è destinata solo a peggiorare. Infatti, se già ora si registrano simili scosse telluriche, non osiamo immaginare cosa possa accadere dopo. Magari con l'arrivo di qualche intervento esterno. La pistola di Bassolino, per esempio, citando il gergo caro a De Magistris, è sempre fumante.

Scene, quelle di cui parlavamo, che non sono però un caso isolato. La politica della volgarità e della soverchieria è all'ordine del giorno in Italia.

Prendiamo un esempio a caso?

La comunicazione illuminata offerta da Mario Turrini, aspirante candidato al ruolo di sindaco di Bologna. Storico polo culturale italiano. Il buon Turrini, proprio per restare in tema di CULtura, si è inventato un vero colpo di genio: inserendo nel suo manifesto elettorale, l'immagine di un fondoschiena femminile. Sì, avete capito bene, accanto a nome e programma, c'erano due natiche belle prosperose.

Però almeno, Turrini, è stato onesto. E infatti ha ribadito, proprio per onestà intellettuale o per un improbabile rigurgito di decenza, che «la foto è servita per attirare la tua attenzione, altrimenti non l’avresti mai letto».

CLOACA SENZA SCIACQUONE

Ah, allora tutto a posto, Mario. E a noi che già si stavano rizzando i capelli sulla testa. Che sarà mai? L'importante è attirare l'attenzione, fare caciara, e poco importa se, pur di farsi sentire, si violino costantemente le regole della buona educazione e della decenza. In barba a tutto questo, pur di ricevere il tuo voto.

Dopotutto c'è di peggio. Sindaci accusati di peculato che rimangono al loro posto o vengono difesi da chi si appella al così fan tutti, prebende e accordi sottobanco, volgarità di urlatori. Una cloaca senza fondo. In quel posto che fu dei De Gasperi, dei Berlinguer e dei Moro. E nessuno di noi riesce a tirare lo sciacquone.

Andrea Fantucchio