Decreto Sud diventa Legge: Zes unica e nuova strategia nazionale aree interne

Sì al Senato al decreto: c'è anche ridefinizione risorse Fsc con strumento di "Accordo coesione"

decreto sud diventa legge zes unica e nuova strategia nazionale aree interne

Con l'ultimo passaggio in Senato diventa legge il decreto recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonche' in materia di immigrazione, il cosiddetto decreto Sud. Il provvedimento, giunto nell'Aula di palazzo Madama senza mandato al relatore e poi con l'apposizione della fiducia da parte del governo, e' composto da 23 articoli ripartiti in sei capi. Tra le misure contenute, il testo istituisce la Zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno, che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania , Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, e prevede l'istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, di una cabina di regia Zes, che vedrà il coinvolgimento dei presidenti delle Regioni interessate, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, e di una Struttura di missione per la Zes. Vi sono poi misure in tema di rafforzamento della capacità amministrativa in materia di Politiche di coesione, attraverso la ridefinizione dei criteri e delle modalità di impiego e di gestione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, con l'introduzione dello strumento dell'Accordo per la coesione, in sostituzione dei Piani di sviluppo e coesione, ai fini dell'attuazione degli interventi finanziati con le risorse del Fondo. 

Il provvedimento reca, inoltre, una strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, con la creazione di una cabina di regia, che vedrà' la presenza anche del presidente della Conferenza delle Regioni, dell'Unione delle province italiane e dell'Associazione nazionale comuni italiani. Si dispone, in particolare, lo stanziamento di 45 milioni di euro per i comuni di Lampedusa e Linosa, per fronteggiare la grave situazione socio-economica determinatasi a seguito dell'eccezionale afflusso di persone provenienti dai Paesi del Mediterraneo, e vengono introdotte specifiche norme per la realizzazione dei cosiddetti hotspot e dei Centri governativi di prima accoglienza. In materia di trattenimento presso i Centri di permanenza per i rimpatri e di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio, c'e' la previsione dell'estensione da sei a 18 mesi del limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio ( Cpr) degli stranieri in attesa di espulsione, per l'ipotesi in cui lo straniero non collabora al suo allontanamento o ci sono ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi. Il Decreto contempla l'inserimento, nell'elenco delle opere di difesa e sicurezza nazionale di cui al Codice dell'ordinamento militare (Com), degli hotspot e dei Centri di accoglienza, permanenza e rimpatrio, demandando ad un Decreto del presidente del Consiglio dei ministeri l'approvazione del piano straordinario per l'individuazione delle aree interessate dalla realizzazione di tali strutture, che saranno costruite dal ministero della Difesa, mediante le articolazioni del Genio militare, l'impiego delle Forze armate e l'avvalimento della societa' Difesa servizi Terme. Ai fini della realizzazione del piano viene infine istituto, nello stato di previsione del ministero della Difesa, un apposito fondo, con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2023.