Napoli, la guerra è ovunque. Strage davanti ai bambini

Agguato nella tarda serata di ieri in un circolo del rione Sanità. Due morti e tre feriti.

Colpito al cuore il clan Vastarella. I cinque killer hanno sparato anche con mitragliette. Guerra senza quartiere per le piazze di spaccio.

 

di Luciano Trapanese

Napoli sempre più violenta. Lo scontro tra clan sta raggiungendo livelli mai visti, soprattutto per la presenza di decine di bande che si contendono le piazze di spaccio, le strade. Quartieri divisi in zona, alleanze variabili, faide, armi ovunque. Anche da guerra. Uno scenario da guerra civile, il peggiore possibile per le forze dell'ordine. Gli arresti non bastano. Anzi, indebolendo ora un clan ora l'altro, spingono chi resta fuori a tentare con colpi di mitra e pistola espansioni su territori che si ritengono senza controllo.

Come è accaduto ieri sera, nel rione Sanità. Uno dei centri dove lo scontro è più cruento. E dove, nel settembre scorso, è stato ucciso il 17enne Genny Cesarano.

Teatro del nuovo e violentissimo agguato via Fontanelle, il cuore del quartiere. Un circolo ricreativo. Ha fatto irruzione un solo sicario, armato di una mitraglietta. A volto coperto. Erano da poco passate le undici. Una pioggia di piombo. Due morti e tre feriti gravi. La scena si è svolta davanti agli occhi atterriti di molti bambini. Le vittime sono Giuseppe Vastarella, 42 anni e Salvatore Vigna di 41. I feriti: Dario Vastarella, 33 anni, Antonio Vastarella, 25enne e Alessandro Ciotola, di 22.

Un colpo al cuore allo storico clan Vastarella, che ha radici profonde nel rione Sanità e difende le sue piazze di spaccio nella zona.

Da decifrare i mandanti dei killer. Ma di certo nel quartiere si sono susseguiti per mesi scontri più o meno cruenti che hanno anche consentito di ricostruire gli schieramenti. Da una parte il gruppo che fa capo ai Vastarella, spalleggiati dai Licciardi di Secondigliano. Dall'altro i Lo Russo, che avrebbero stretto un accordo con la “Vanella Grassi”. Una sorta di guerra dichiarata tra Miano (Lo Russo “Vanella Grassi”) e il rione Sanità (Esposito, Vastarella, Sequino).

E questo è solo uno dei tanti fronti aperti nel capoluogo partenopeo. Fronti che si allargano, coinvolgendo alcuni comuni dell'immediato hinterland e zone come Secondigliano.

Le piazze di spaccio fruttano cento milioni in un anno (in aggiunta ai proventi per le estorsioni). Soldi che si “reinvestono” nell'usura, in attività illecite e nell'ulteriore finanziamento del mercato della droga. Un giro d'affari imponente per piccoli clan, che alimentano con quel denaro potere e fidelizzazione di affiliati (con piccoli compensi, aiuti ai familiari dei detenuti).

Le piazze sono dunque vitali. Così come ogni singola strada dei quartieri napoletani. Anche per questo la guerra è ovunque. Immarcabile, nonostante gli arresti.

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