Festa ieri notte in via Taverna del Ferro, per la scarcerazione di Gaetano Formicola e Giovanni Tabasco, i due indagati dell'omicidio di Vincenzo Amendola.
Sono stati scarcerati dal Tribunale del Riesame e hanno fatto ritorno a casa, nelle palazzine popolari del bronx di San Giovanni a Teduccio dove ad attenderli c'era festa. Erano stati arrestati a Viterbo, con l’accusa di aver ucciso il 18enne Vincenzo e di averlo seppellito in una zona di campagna del quartiere. I giudici hanno accolto il lavoro difensivo dei penalisti Leopoldo Perone e Giovanni Strazzullo. I due avvocati ieri mattina hanno discusso al Riesame rimarcando due punti strutturali della tesi difensiva: la mancanza di trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali; e la carenza di gravi indizi, per la mancanza di riscontri individualizzanti rispetto alle accuse di Giovanni Nunziato, il terzo presunto complice che si sarebbe pentito che si era consegnato temendo di essere ucciso. Sconfessato dunque, l’impianto accusatorio. Nunziato aveva fatto riferimento a una pista a sfondo passionale. Amendola sarebbe stato ammazzato perché avrebbe parlato di una presunta relazione adulterina di una donna del clan Formicola, attirandosi l’odio del suo stesso gruppo criminale, capeggiato da Gaetano Formicola, figlio del boss in carcere Antonio.
Redazione Na