Dopo la richiesta di un incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio da parte del portavoce della conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà Samuele Ciambriello, oggi il ministro, insieme al viceministro Francesco Paolo Sisto, hanno ricevuto il portavoce e alcuni membri del coordinamento della conferenza nazionale dei Garanti, il Garante regionale del Piemonte Bruno Mellano, la Garante comunale di Roma Valentina Calderone e laGarante comunale di Parma Veronica Valenti.
Per Samuele Ciambriello “è stato un momento importante di dialogo, gli abbiamo presentato il nostro documento, elencando le criticità rispetto al sovraffollamento, al numero di suicidi e ai tentativi di suicidio, ai diritti e alla dignità dei diversamente liberi, alla carenza del personale anche degli Istituti penali per i minorenni, ai ritardi della magistratura di sorveglianza per le misure alternative al carcere. Il ministro Nordio ci ha dato un nuovo appuntamento, da qui a un mese, per vederci di nuovo al ministero della Giustizia per un aggiornamento su quanto discusso, per mettere in campo il potenziamento di figure sociali, circolari che aiutano i detenuti ad uscire dalle celle - le parole del portavoce nazionale -. Vedendo i dati che ci ha prospettato, ha confermato che circa cinquemila persone detenute potrebbero uscire immediatamente dal carcere se la magistratura di sorveglianza decide qui e ora su misure alternative o liberazione anticipata. Su questa proposta, su come dialogare di più ed essere più efficaci con la magistratura, il ministro Nordio ha accettato di essere presente ad un convegno nazionale indetto dalla conferenza nazionale dei Garanti territoriali per discutere sulle misure alternative al carcere, insieme ai magistrati di sorveglianza, agli operatori del terzo settore e al mondo del volontariato”.
Dopo l'incontro, i rappresentanti delle persone private della libertà personale hanno sottolineato le priorità programmatiche: "Abbiamo potuto dire al ministro Nordio e al viceministro Sisto che c’è una fiducia e un’attesa della comunità penitenziaria, fatta di detenuti e detenenti, in particolare rispetto alle loro figure, le loro spalle, le loro teste, le loro responsabilità. Trovare qui ed ora gli strumenti straordinari ed urgenti di intervento. La situazione delle carceri per sovraffollamento, per tensioni per difficoltà di gestione con il caldo estivo e con la sospensione di fatto delle attività di questo periodo, il numero dei suicidi crescenti, chiede a loro in primo luogo come responsabili apicali della struttura, degli interventi che possono essere messi in campo con l’ordinamento attuale, con le norme attuali. In attesa di ulteriori riforme più generali e più innovative ed efficaci di quelle messe in campo oggi,credo che ci sia una responsabilità dell’Amministrazione penitenziaria di intervenire. Come Garanti regionali abbiamo anche ricordato che c’è la necessità di un’interlocuzione nuova, più forte e più propositiva con le regioni, proprio sulla sanità penitenziaria e su questo aprire una alleanza di dialogo di confronto. Occorre riuscire ad essere puntuali sul sull’azione da mettere in campo", il commento congiunto.
Così la garante comunale di Roma Valentina Calderone: “Apprezziamo la disponibilità all’incontro di oggi. Registriamo però che le misure urgenti di cui, noi siamo convinti, il sistema penitenziario abbia bisogno adesso, non sono state prese in considerazione. C’è molto da fare in assenza di un minimo gesto di civiltà, cioè di un provvedimento deflattivo immediato che possa fare uscire quantomeno le persone che hanno una pena sotto i tre anni o di provvedimenti che riportino le carceri ad uno stato di legalità, visto che ci sono quasi 15mila persone in più della capienza regolamentare. Ci sembra importante però rivedere immediatamente la circolare sulla media sicurezza, almeno in questo periodo, in cui le attività sono quasi tutte ferme e i molti istituti le persone stanno all’interno delle loro stanze anche per 20 ore al giorno. Bisogna prendereprovvedimenti urgenti per quanto riguarda le condizioni igieniche sanitarie e soprattutto in alcuni istituti, fare quello che è possibile per rendere le condizioni di caldo e di sofferenza di questo momento più accettabili e riportare un minimo di vivibilità all’interno degli istituti penitenziari”.
SUlla stessa lunghezza d'onda la Garante comunale di Parma Veronica Valenti: “Oggi all’incontro abbiamo parlato anche delle condizioni detentive in cui si trovano moltissimi detenuti in diversi istituti italiani. Abbiamo parlato delle condizioni igienico sanitarie, e dei diritti e delle aspettative dei detenuti, tra cui in particolare la necessità di dare immediata attuazione alla sentenza della Corte costituzionale (n. 10 del 2024). Una sentenza rivoluzionaria, in quanto rende il diritto all’affettività intramuraria ad avere icolloqui con la propria famiglia (convivente, moglie o viceversa marito, compagno) senza il controllo visivo. Questa è una necessità ed è una misura che può essere attuata nell’immediato. Così come abbiamo posto al Ministro la necessità di rivedere l’applicazione della circolare introdotta nel 2022, che pur con l’intento di superare la dicotomia tra celle chiuse e eccelle aperte come disposto in precedenza, ha di fatto reintrodotto un regime per la maggior parte dei detenuti di celle chiuse. La comunità dei Garanti ha notato che da quando è entrata in vigore questa circolare, negli istituti italiani sempre più sovraffollati, ciò porta al rischio concreto di esporre i detenuti a tentativi di suicidio, se non a veri e propri suicidi”.
All’incontro era presente anche il Garante nazionale delle persone private della libertà personale Maurizio Felice D’Ettore.