Non solo proteste per tornare in presenza. Ci sono anche i genitori a favore della didattica a distanza che da domani protesteranno, per tre giorni, affinché si rivaluti anche l'ordinanza che consente il rientro in classe per i più piccoli. "La protesta dei tre giorni di assenza per l'11, il 12 e 13 gennaio lanciata in Campania dal gruppo Facebook 'Tuteliamo i nostri figli, scuole chiuse in Campania' sta avendo eco nazionale. È un atto di richiesta di assunzione di responsabilità rispetto a chi decide per la vita e per la salute altrui. Non è stato chiesto un assenteismo a oltranza, perché non è nostra intenzione usare i nostri figli come oggetto di una trattava che ormai ha assunto toni e contorni grotteschi". Così l'irpina Lia Gialanella, fondatrice del gruppo Facebook 'Tuteliamo i nostri figli, scuole chiuse in Campania'.
"Il concetto che portiamo avanti è semplice: primum vivere deinde philosophari e ci lascia molto perplessi e scoraggiati questa battaglia politica che continua pendere sull'enorme indotto che rappresenta la scuola - aggiunge Gialanella -. Insistere sull'ingresso delle classi dei minori e più che minori è un voler esporre a tutti i costi i più indifesi. Il gruppo 'Tuteliamo i nostri figli, scuole chiuse in Campania' è nato per caso, senza alcun immaginario di prospettiva di crescita esponenziale, come quella concretizzatasi sin dai primi giorni. Il gruppo oggi conta 27mila iscritti, da qui l'esigenza di affiliare sottogruppi locali, per attuare un osservatorio realistico dei contagi nelle scuole dei comuni campani".
"La scelta di questi tre giorni di assenza - continua- è un atto dovuto di responsabilità e di tutela che ogni genitore dovrebbe considerare per i propri figli.Questi tre giorni consentono di arrivare più vicino alla deadline dei bollettini dei contagi sviluppatisi dopo Capodanno. Non dovevamo arrivare noi a queste considerazioni, le istituzioni avrebbero dovuto attendere almeno fino al 18 e poi farci ritornare, garantendoci, in base ai dati dell'indice Rt e azioni concrete di tutela, una messa in sicurezza che, ad oggi, nessuno è stato in grado pianificare seriamente. I morti e i contagi in Italia parlano da soli se consideriamo i ricoveri in crescita, presso il Santobono di Napoli, di bambini affetti da sindrome postcovid, mi chiedo davvero quale reale interesse vi sia sui nostri figli".