Si' alle misure necessarie per il contenimento del virus SarsCov2 e per rispondere alle emergenze legate alla pandemia, ma non si possono bloccare le cure, mettendo a rischio la popolazione campana gia' provata da liste di attesa e rinvii conseguenti al primo lockdown. E' questo, in estrema sintesi, il contenuto di una lettera a firma del segretario regionale di Cittadinanzattiva Campania, Lorenzo Latella, e del segretario della Fimmg Campania, Federico Iannicelli, inviata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Il rischio, si legge nella nota dei medici di famiglia e della organizzazione di tutela dei cittadini, e' che il blocco delle prestazioni della sanita' privata convenzionata, imposto per raggiungi limiti di spesa preventivata, unito al blocco delle attivita' ordinarie del Servizio sanitario regionale deciso per l'emergenza Covid, porti comunque ad un danno per la salute dei cittadini. Il blocco delle prestazioni ambulatoriali e delle attivita' programmate risultano infatti particolarmente rischiose, poiche' si aggiungono, negli effetti negativi, a quanto gia' avvenuto per tutto il periodo del lockdown imposto a marzo 2020, e che si e', tra l'altro, tradotto in una crescita esponenziale delle liste di attesa. "Il ridimensionamento delle prestazioni ambulatoriali in Campania e' grave per due ordini di ragioni. Anzitutto perche' questa emergenza non puo' tradursi nel mettere semplicemente da parte le esigenze di pazienti cronici e rari o semplicemente di coloro che sono in attesa di una diagnosi come gia' avvenuto a marzo, e i cui effetti sono gia' sotto gli occhi di tutti, in termini di mancate cure e liste di attesa sempre piu' lunghe", dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. Se e' vero infatti che nelle note esplicative a firma del direttore generale della Sanita' campana si lascia ai direttori generali l'onere di decidere il mantenimento dell'apertura degli ambulatori distrettuali, e' vero anche che nelle stesse note ribadisce piu' volte che deve essere garantito il personale necessario ai posti letto covid.
"In una regione che ha una carenza cronica di personale (oltre 15.700 operatori in meno rispetto alle esigenze di organico) significa non garantire le prestazioni standard" ha aggiunto Gaudioso. "Oltretutto anche le eccezioni indicate nelle note riguardo alle urgenze, o all'oncologia non garantiscono nessuno perche' come possono fare le strutture ospedaliere gia' messe a dura prova dall'emergenza prendere in carico questi pazienti?
Il secondo punto e' la crescita dei dati relativi alla mortalita' per patologie croniche, come anche evidenziato da una ricerca della Universita' di Bologna, e la mancata presa in carico di pazienti oggi determinera' un profondo problema sanitario nei prossimi mesi. Oltretutto, in una regione come la Campania, che ha gia' un servizio sanitario fragile vuol dire mantenere il sistema sul filo del collasso e far diminuire fortemente la qualita' della salute dei cittadini campani che e' gia' tra le piu' basse d'Italia".
"Con questa decisione, seppure giustificata dalla situazione, appare necessario sottolineare che proseguendo in questa direzione si possano creare due emergenze, una per il COVID e un'altra per l'assenza di prevenzione e recidive delle cronicita'. In una regione in cui l'aspettativa di vita e' sensibilmente inferiore a quella della media del Paese appare urgente invece di ridurre, differenziare le offerte tra percorsi puliti da Covid e percorsi Covid destinati, anche grazie a percorsi di cura a distanza utilizzando la rete della Medicina Generale e la sanita' digitale nel rapporto con gli specialisti". dichiara Silvestro Scotti, segretario nazionale Fimmg.