Una severa bocciatura per le città campane sulla qualità dell’aria quella che arriva dalla classifica di “Mal’aria” messa a punto da Legambiente.
Avellino è la città campana con il miglior voto un 4 in pagella per un range che va da 1 a 10, seguono Benevento, Caserta, Salerno e Napoli con un 3.
Niente aria buona nella città capoluogo di provincia della Campania e a dimostrarlo ci sono i dati raccolti da Legambiente. L’associazione ambientalista ha stilato le pagelle della qualità dell’aria di 97 città in tutta italia, sulla base degli ultimi 5 anni - dal 2014 al 2018 - confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La maggior parte delle città campane sconta il mancato rispetto negli anni soprattutto del limite suggerito per il Pm2,5 e in molti casi anche per il Pm10. In particolare Napoli e Benevento nei cinque anni presi in esame hanno sempre superato i limiti previsti dall'OMS per le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) mentre Caserta ha superato sempre i valori di Pm10 nei cinque anni.
Le città campane si salvano solo grazie al fatto che sono riuscite a rispettare il limite previsto dall'OMS per il biossido di azoto (NO2). In particolare Avellino e Benevento non hanno mai sforato, mentre Napoli e Caserta una sola volta e Salerno due volte .
Lo smog colpisce soprattutto la Provincia di Napoli: secondo i dati dell'Arpac elaborati da Legambiente, ad oggi maglia nera a Volla con ben 80 sforamenti seguita da San Vitaliano con 67 sforamenti, segue Pomigliano D'Arco dove i giorni di superamento sono stati 51, Acerra con 47, Nocera Inferiore con 45 sforamenti. Chiude Aversa con 38 sforamenti. Non è migliore l'aria nelle città capoluogo dove a superare la soglia di polveri sottili consentita per legge sono Avellino con 52 sforamenti e Napoli con 36 centralina di Via Argine.
Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, ha commentato così i dati di Mal’aria: “Per tutelare la salute delle persone, bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziarie. Le città sono al centro di questa sfida - ha affermato - servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell'aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un'alternativa al trasporto privato. Per liberare le città dalla cappa dello smog - ha sottolineato - è fondamentale il ruolo delle Regioni nel predisporre piani e misure nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità, se davvero si vogliono rilanciare i centri urbani oggi in forte sofferenza. Nodo centrale rimane un trasporto pubblico che oggi in Campania non rappresenta una vera e seria alternativa all'uso delle automobili - ha aggiunto - Il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare è la vera spada di Damocle della nostra regione dove i continui tagli, ritardi, guasti e disservizi si traducono nel quotidiano nel disastro della Circumvesuviana e dei continui problemi alle linee 1 e 2 della metropolitana. Il risultato è fotografato dai dati di Mal'aria - ha concluso - meno efficienza e efficacia del trasporto pubblico significa inevitabilmente più auto private per strada e più smog per i polmoni dei cittadini".