Lotta alla mafia ed inserimento lavorativo al Sud. Ecco come

La passata di pomodoro biologica al sapore dell’antimafia sociale

lotta alla mafia ed inserimento lavorativo al sud ecco come

La passata di pomodoro biologica al sapore dell’antimafia sociale. Pronte le prime bottiglie realizzate sul terreno in Contrada Scarafone confiscato alla criminalità nel foggiano, vicino Cerignola...

Sono arrivate le prime due pedane contenenti circa 1.900 bottiglie di passata di pomodoro biologica, pronte per essere consegnate alla vendita diretta a quanti ne vorranno ordinare e sostenere in questo modo un progetto che coniuga lotta alla mafia ed inserimento lavorativo. Le altre bottiglie, invece, arriveranno nei prossimi giorni e dopo l’etichettatura saranno immesse nel circuito dei supermercati Coop per allargare la rete degli acquirenti e la conoscenza del progetto.

Il nuovo sogno della cooperativa sociale Altereco entra nel vivo. Dopo aver piantumato lo scorso mese di maggio un ettaro di terreno di piantine pomodoro bio, i frutti di quel lavoro ora si presenta sotto forma di bottiglie di passata di pomodoro biologica prodotta a “Terra Aut”, in Contrada Scarafone, sui terreni confiscati alla mafia, con l’obiettivo di ribadire che è possibile trasformare un luogo simbolo del potere criminale in avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo, di antimafia sociale.

L’obiettivo della Cooperativa Sociale Altereco, che gestisce la struttura visitata ad inizio agosto anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato quello di utilizzare poco più di un ettaro per piantare due varietà di pomodoro da salsa (tondo e lungo) e poter così realizzare le bottiglie di passata biologica.

«Tutto il processo produttivo ha visto il coinvolgimento di migranti e di persone affidate dall’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Foggia, favorendo in questo modo il contrasto al caporalato ed il reinserimento socio-lavorativo – spiega Vincenzo Pugliese, presidente della cooperativa Altereco - . La prima fase ha previsto la lavorazione del terreno, l’installazione pacciamatura biodegradabile, l’impianto irriguo e la piantumazione di 30.000 piantine, e si è dimostrata un’esperienza molto positiva in quanto hanno partecipato con grande impegno e collaborazione oltre a Mamadou e Mounir anche Joshua, musicista nigeriano con gli affidati dall’Uepe, Roberto, Giovanni, Sergio e Caludio che hanno contribuito senza risparmiarsi sentendosi parte di questa squadra affiatata. La seconda fare ha coinvolto il gruppo nella raccolta finale del pomodoro, svoltasi alternando la tecnica manuale con quella meccanica, dandoci modo di capire ancora di più i processi legati alla filiera del pomodoro».

La sfida di Altereco, dunque, resta quella di generare «più giornate lavorative possibili. Perché l’occupazione, la continuità, la stabilità sono le vere risposte che dobbiamo dare per contribuire in modo efficace e concreto alla lotta al caporalato ed all’inclusione sociale di persone che vivono in condizione di svantaggio». Per questo, diventa importante il progetto “Il fresco profumo della libertà”, tra gli interventi selezionati nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione con il Sud insieme alla Fondazione Peppino Vismara.

Il progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Altereco – con un nutrito partenariato di enti pubblici e privati – prevede anche la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di sei persone in condizione di svantaggio.