201 casi in una settimana: da lunedì a ieri, picco assoluto con 46 nuovi casi, la media è di oltre 28 nuovi casi al giorno. Troppi, ça va sans dire, visto che una settimana con numeri così alti non si verificava da inizio pandemia. Non c'è più un solo focolaio in Campania, come poteva capitare nelle scorse settimane, come accaduto nel caso dell'ex Cirio di Mondragone, focolaio prontamente scoperto, circoscritto e spento, ma diversi sono i cluster che si aprono sul territorio: rientri da vacanze all'estero, case di cura, badanti, strutture recettive come nel caso di Sant'Antonio Abate.
Dati che portano la Campania ad essere la terza in Italia per aumento dei casi nell'ultima settimana: del 3,5 per cento superiore alla settimana precedente (sebbene con valori assoluti minori rispetto a regioni come la Lombardia).
Dati che hanno spinto le istituzioni a intervenire, prima puntando sui controlli per chi rientra da paesi considerati a rischio e ieri chiudendo le discoteche e riportando le mascherine obbligatorie: una fase delicata, anche in virtù di pericolose derive “non ce n'è coviddi” che nei meme andrebbero pure bene, ma oltre sono deleterie. Una fase delicata in virtù della riapertura delle scuole tra meno di un mese e dell'arrivo dei mesi autunnali.