Chi è Oukhadda: amico di Hakimi ma tifa Milan

Ha giocato con Borrello nella Primavera del Torino

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Benevento.  

(frasan) Chissà se è solo una congiunzione astrale o qualcuno ci ha messo lo zampino. I prossimi due arrivi del Benevento si conoscono già, perchè insieme hanno giocato nella Primavera del Torino ed insieme hanno vinto la Coppa Italia 2017-18. Borrello firmò addirittura la rete della vittoria a San Siro (andata al Filadelfia 2-0), per Oukhadda, invece ingresso in campo nella ripresa (13') al posto di Butic. Ma all'andata Shady era titolare nell'undici di Coppitelli, addirittura esterno sinistro nel centrocampo a quattro, nel segno di una duttilità estrema. 

Marocchino di origine, ma nato in Italia, ad Abano Terme nel '99, ha tirato i primi calci nelle giovanili del Padova (aveva appena 8 anni), prima di finire al Toro (nel 2015, standoci per 4 anni), dove ha incrociato i destini di Borello, vincendo la Coppa Italia nel 2017-18. 

Da lì una serie di prestiti, prima all'Albissola, poi a Siena, infine a Gubbio, sempre in serie C. Nel gennaio 2022 l'approdo a Modena dove gioca 10 partite e vince subito il campionato salendo in B. In cadetteria con i canarini emiliani ha giocato 29 partite nel 22-23 e 25 l'anno scorso. Ha sempre detto di ispirarsi ad Hakimi, che è anche un suo caro amico, ma tifa Milan. “Nelle giovanili del Torino, all’inizio, giocavo difensore centrale, a volte mediano – racconta - poi sono stato spostato alla mezzala e in Primavera ho cominciato a fare anche il terzino, il ruolo che rispecchia di più le mie caratteristiche”.Quando lasciò il Padova fallito, fece parecchi provini, uno anche in Inghilterra: “Si, sono stato due settimane al Wolverhampton e avrei dovuto firmare con loro. Però, non avendo ancora 16 anni, c’erano delle complicazioni. Non sapevo l’inglese e mi avrebbero dovuto affidare ad una famiglia, un po’ come succede con gli studenti. Alla fine non se ne fece nulla”. 

Nato in Italia, ma con nazionalità marocchina. Una battaglia interiore che non è riuscito a risolvere: “Io mi sento italiano – ha detto in una recente intervista - ma allo stesso tempo mi sento anche marocchino. Col Marocco ho fatto tutta la trafila con tornei importanti e le qualificazioni per la Coppa d’Africa, ma ho anche all’attivo una convocazione nell’Italia Under 20. Ricordo che quell’anno c’erano i Mondiali Under 20 e il mister Nicolato, che aveva bisogno di giocatori, mi avrebbe dovuto portare. Solo che tre mesi prima avevo giocato nelle qualificazioni per la Coppa d’Africa col Marocco e per cambiare casacca alla Federazione avrei dovuto dare un preavviso di sei mesi. Alla fine, sempre quell’estate, feci le qualificazioni per il Mondiale Under 23 col Marocco”.