(f.s.) E' ormai uso comune accoppiare il nome senza storia di un piccolo comune con la sua squadra di calcio: Monterosi, centro della Tuscia in provincia di Viterbo, conta 4.756 abitanti. Piccolo come nessun altro, persino più piccolo di Picerno (5.640 anime). L'equazione viene da sé: piccolo il paese, piccola la squadra. E in effetti, contrariamente al Picerno, che staziona addirittura al secondo posto, Monterosi è ultimo in classifica. Ma è questa la giusta comparazione da fare? Anche il presidente Vigorito ha posto l'accento su questo strano modo di pensare: “E' un difetto che abbiamo tutti, anche io: solo perchè una squadra si chiama Monopoli, Monterosi o Picerno, la riteniamo inferiore. Ma non è così”. Non è così perchè la squadra che va in campo spesso non è lo specchio della città che le dà il nome. D'altro canto, se facessimo questo ragionamento con tutti in questo girone meridionale della serie C, a comandare dovrebbe esserci senza ombra di dubbio il Catania (297.472 abitanti), seguito da Messina (217.583), Taranto (186.997), Foggia (144.578), Latina (127.252), Giugliano (123.839), Brindisi (82.444), Torre del Greco (80.086), Caserta (72.565), Crotone (61.345), e persino Cerignola (56.875). Benevento sarebbe solo al 12° posto con i suoi attuali 55.876 abitanti. Dunque “paese piccolo uguale squadra piccola” è un'equazione che non ha motivo di esistere.
Detto questo è evidente che la caratura tecnica del Benevento non è neanche paragonabile a quella del Monterosi, che, da parte sua, non è però quella “cenerentola” che si vuole dipingere ad ogni costo. Molte classifiche prendono come punto di riferimento per indicare lo stato di forma di una squadra le sue ultime 5 partite. E la differenza tra Benevento e Monterosi in queste ultime gare è esigua, un solo punto in più per i giallorossi (2 vittorie, 2 pari e un ko per i sanniti; 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte per i tusci).
Dunque il Benevento ha l'onere di ripristinare i valori che si sono persi nelle ultime sfide. La squadra sbiadita di Cerignola avrebbe bisogno di una bella sferzata sia sul piano della determinazione che sotto l'aspetto delle scelte. Accettare passivamente quella sconfitta significherebbe non aver colto dei segnali che di tanto in tanto sono affiorati anche nelle partite precedenti. Bisogna tornare a vincere e battere il Monterosi. Ma non perché quello laziale sia un centro di poche anime ed è fanalino di coda del girone, ma perché si sono capiti gli errori commessi e si sono trovati i correttivi.