E' terminata in maniera proficua l'assemblea di quest'oggi svoltasi tra le venti società di serie A. I club hanno sottoscritto l'intento di terminare la stagione, così come già ratificato dalla Lega B. Il calcio italiano vuole andare avanti, anche se resta ancora in sospeso la situazione della Lega Pro che nei giorni scorsi ha espresso la volontà di chiudere e di assegnare la promozione alle prime classificate più una quarta tramite sorteggio. Una ipotesi che ha suscitato l'indignazione da parte della cadetteria, espressa attraverso un comunicato stampa in cui si invita a tutelare lo spirito di squadra.
Fatto sta che il segnale lanciato quest'oggi dalla Lega A è importante, anche se ha pesato la volontà della maggioranza contro le otto società orientate verso il diniego. La palla adesso passa al Governo che sarà chiamato a esprimersi ufficialmente sulle riprese di allenamenti e campionato. Il ministro Spadafora ha cambiato più volte opinioni in base alle recenti interviste, non ultima quella di ieri in cui metteva in forte dubbio un possibile inizio degli allenamenti fissato al prossimo 4 maggio. Domani la situazione potrà essere schiarita in maniera quasi definitiva, dato che lo stesso ministro incontrerà tutte le componenti del mondo del calcio per stabilire concretamente i crismi della ripartenza.
Le ipotesi sul tavolo sono sempre le stesse, con un inizio previsto per fine maggio e gare in notturna da giocare ogni tre giorni. Nel frattempo le società saranno chiamate a rispettare il protocollo stilato dalla commissione medico - scientifica, con i calciatori che nella prima settimana di lavoro saranno attentamente analizzati e dovranno rispettare la distanza di sicurezza di almeno due metri. Questo è l'aspetto che ha messo maggiormente in difficoltà la Lega Pro, categoria nella quale ci sono società che non possono permettersi i costi del protocollo e neanche garantire il ritiro o l'utilizzo di più impianti. E' un problema che sarà attentamente valutato, ma non saranno esclusi degli aiuti economici da parte della Figc come auspicati dallo stesso Vigorito.
L'unica certezza è rappresentata dalle porte chiuse: sarà una situazione che durerà almeno per tutta l'attuale stagione, ma non è escluso che possa interessare anche gli ultimi mesi del 2020, con i cancelli degli impianti sportivi che si apriranno nel 2021. Una scelta dolorosa che porterà a dei danni economici alle società, ma strettamente necessaria per permettere alla giostra di continuare a girare.
Perché dovrebbe? Al di là del mero aspetto sportivo, si tratta di una macchina che genera miliardi di euro che finiscono anche nelle casse dello Stato. A questo punto dire che il calcio è l'ultimo dei problemi è un concetto sbagliato, anche perché innumerevoli famiglie vivono grazie a questo sport. Non ci riferiamo a quelle dei calciatori, ma a quelle dei magazzinieri, dei medici, dei collaboratori sportivi, dei segretari, di tutti coloro che gravitano attorno a questo sistema e che percepiscono uno stipendio base. Quindi una volta garantita la salute di tutti è giusto ripartire, poi arriverà l'aspetto secondario che è quello di regalare alla gente novanta minuti di spensieratezza che mai come ora ne ha veramente bisogno.