La bandiera a scacchi per la querelle primarie è quella vera o soltanto un miraggio??Stavolta dopo montagne russe costanti che hanno visto l’apice di discese ardite e risalite nella serata di ieri, sembra proprio che sia finita. Si vota: la richiesta di convocazione dell’assemblea regionale c’è stata (i voti c’erano, l’indiscrezione di Ottopagine era esatta, e non si trattava dei voti farlocchi che giravano nel pomeriggio di martedì sera), ma è stata inascoltata dai vertici romani del partito: si voti, e basta, questo l’input che è trapelato. E si voterà: tant’è che gli effetti già si vedono, sia nel Sannio che in Regione. Paolucci, europarlamentare, tra i sostenitori del nome unitario, ha ufficializzato l’addio al Partito Democratico. Vaccaro, forse sostenitore ancora più acceso di Paolucci del nome unico, del nome di?Nicolais c’è andato giù ancora più duro, in una dichiarazione all’Adnkronos: «Abbiamo avanzato una richiesta di convocazione di assemblea ma sembra che il segretario nazionale del Pd non condivida questa proposta che invece riunisce la stragrande maggioranza del partito e se ne prenderà atto». E ancora: «Renzi ha deciso di perdere e siccome io sono sostenitore di Renzi farò in modo che quello che lui vuole si realizzi». Si valutano addirittura ipotesi esterne, alcune addirittura clamorose: «Noi valuteremo altre proposte in campo: sta avanzando la proposta di Nino Daniele. Penso che ci incontreremo con loro. Qualcuno addirittura appoggerà Caldoro.Le primarie sono già di fatto annullate, c'è chi ha giocato i numeri a lotto, chi è andato da qualche chiaroveggente - ironizza il deputato - A me dispiace perché stiamo dando una pessima prova». Vaccaro ne ha anche per il segretario regionale del Pd in Campania, Assunta Tartaglione: "Tutto nasce dalla scelta che molti dirigenti all'epoca fecero di chiamare alla guida del partito regionale una personalità che si è rivelata inadeguata e che dovrebbe al più presto presentare le sue dimissioni per salvare almeno il decoro. Hanno voluto mettere alla guida del bus su cui tutti viaggiavano una persona che non aveva dimestichezza con la complessità della guida del partito campano e stiamo finendo tutti in un burrone. Io ho il vantaggio di non essere mai salito su quel bus». Paolucci, invece, come detto si è dimesso, lanciando accuse durissime: «Quel che non posso sopportare è l'ipocrisia, la doppia morale. Tutti, a Napoli e a Roma - aggiunge - sanno che le nostre prossime primarie saranno un grande revival di Forza Italia. Tanti - spiega - sanno che sotto gli occhi di tutti si stanno spendendo montagne di soldi. Tanti sanno che sotto i nostri occhi si definiscono accordi con interi settori del centrodestra, con i protagonisti della stagione cosentiniana. Tutti, tanti, sanno ma nessuno interviene». Da Del?Basso?De Caro, però, arriva una nota che invita Paolucci a ritornare sui suoi passi: «Comprendiamo (la nota è vergata assieme ad Amendola) l'amarezza di Paolucci per la vicenda politica del Pd in Campania – aggiungono - e per come in questi mesi si è sviluppata a discapito di chi, come Massimo, lavorava a rafforzare il profilo politico-programmatico del partito. Ci auguriamo possa riconsiderare questa scelta». Domenica dunque si voterà, a Benevento e nel Sannio, di certo chi queste primarie le ha difese, con costanza, ora avrà tutti gli occhi puntati addosso: i terremoti, in casa Pd, potrebbero non essere finiti.
di Cristiano Vella