La premessa è d'obbligo: il succo dell'articolo deriva dalle risultanze della giornata, in casa Pd, ovviamente, ma, stante la situazione, in fase di stesura di articolo, in chiusura, o dieci minuti dopo della consegna della pagina il quadro potrebbe cambiare nuovamente. Perché? Perché nel frattempo, rispetto al week end, le tinte e lo stile della tela già sono su versanti opposti per quanto riguarda il fronte primarie. Dunque, provando a reinterpretarla, a cinque giorni dal voto, le risultanze che arrivano ad Ottopagine, diversamente dal fine settimana, ora portano dritte verso urne, gazebo e schede. Già, perché, il settanta per cento dell'assemblea che non vuole il voto c'è. L'animo è lo stesso anche in alcuni che le primarie le hanno sostenute (non in tutti, ovviamente, c'è un fronte ampio che le primarie le vuole) ma la strada, ormai, non sembra più percorribile. Lo ha detto anche il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro all'Adnkronos: lui ha sempre difeso la possibilità di convergere su un nome unitario, ma ora i margini sono troppo stretti: «La speranza è l'ultima a morire, ma è lunedì, e la speranza appare come un pensiero ipotetico del terzo tipo». Strada aperta verso le urne per un semplice motivo: l'intervento di Renzi non c'è stato, e negli incontri del fronte anti primarie c'è stato si l'accordo sull'intento, bloccare le consultazioni interne, ma non sul nome unico. Tra Migliore e Nicolais non l'ha spuntata nessuno, in pratica, terze opzioni non ce ne sono, né avrebbero spazio. E stante il naufragio delle trattative, ad oggi, o meglio, al momento, l'unico scenario possibile è il voto, il prossimo primo marzo. Primarie che avrebbero avuto disco verde anche da Roma: un'imposizione, infatti, non sarebbe vista di buon occhio, dopo quattro rinvii delle primarie, dalla dirigenza del Partito Democratico. E dunque, al momento il quadro è completamente capovolto rispetto a qualche giorno fa: le primarie, il primo marzo, si faranno... salvo quella che ormai, per le regionali della Campania, appare quasi un'espressione ironica : “sorprese dell'ultim'ora”.
di Cristiano Vella