Se qualcuno pensa a rispolverare, dandogli magari lucentezza ancora maggiore, la protesta un po’ folkloristica dei tempi in cui sembrava certo l’accorpamento delle province di Avellino e Benevento, sbaglia di grosso. La delibera sul riordino delle funzioni provinciali, che unisce Benevento non ad Avellino, ma a Caserta, è ben altro.?E’ innanzitutto una partita elettorale che si giocherà sulle teste delle persone, delle famiglie. Sì, perché in mezzo a quello che sarà l’iter per attribuire più o meno funzioni ci sono proprio loro: i dipendenti delle provice.?E in una partita elettorale, dove a contare sono i numeri, e dunque i voti, e dunque gli abitanti, è facile immaginare chi sia agevolato sul tavolo delle trattative tra Benevento e Caserta. La Regione, si trova allo stato al bivio: scegliere, ancora una volta, il ruolo di matrigna che ha sempre assunto in questa legislatura nei confronti di Benevento, o provare almeno una volta a farsi apprezzare dai sanniti.?Certo, sarebbe incosciente da parte della classe politica locale lasciare totalmente nelle mani di Palazzo Santa Lucia il destino in primis dei dipendenti e delle famiglie, e poi del benessere dei cittadini visto che, una gestione associata, ad esempio dei trasporti, con Caserta di certo non lascia intravedere benefici.?E dunque: via le beghe interne e i piccoli interessi di bottega che troppo spesso hanno condizionato le battaglie per il?Sannio. Serve altro: spesso si è parlato di cabina di regia, auspicandola, nei convegni. Ora leggere il libretto d’istruzioni con cadenza e dizione perfetta non serve più: quella cabina di regia, ora, va costruita per davvero.
di Cristiano Vella