Moretti: «Partiti prendano una pausa: ora è il nostro momento»

Chiusura campagna elettorale in Piazza Roma per il leader di Arco

moretti partiti prendano una pausa ora e il nostro momento
Benevento.  

Chiusura di campagna elettorale da Piazza Roma per Angelo Moretti, che chiude identificandosi come l'alternativa ai partiti, che ora devono prendere una pausa:
Ecco l'intervento integrale del candidato sindaco di Arco: 


«Non è tempo per noi, e invece questo è il tempo, non c’è mai il tempo in cui qualcuno ti lascia fare una rivoluzione, il tempo va preso e va preso ora.

Viviamo un tempo favorevole al cambiamento e non c’è niente più da aspettare, non ci sono liberatori all’orizzonte né abbiamo un ceto politico interessato ad una rivoluzione che lo metterebbe seriamente in discussione. Il tempo lo abbiamo ed è esattamente ora!

 

Parto da Vincenzo perché è da lui che parte questa rivoluzione.

Viveva in un alloggio comunale con la sua famiglia. Nel giro di due anni perde prima la mamma, per un male durato anni, poi nel 2020 perde il padre, in un incidente. Vincenzo all’epoca della morte del padre aveva solo 17 anni, troppo piccolo per essere lasciato incolpevolmente solo dai servizi sociali di questo comune. Ha un fratello poco più grande al nord che si attiva subito per trovare un alloggio sociale nella sua città per evitare che Vincenzo debba andare in casa famiglia, non ha possibilità di averlo in casa sua. Il giorno del rientro a casa dal funerale del padre, Vincenzo, neo-orfano, trova il suo alloggio comunale già occupato con violenza da un altro nucleo familiare in condizioni di povertà, con l’aiuto degli zii riesce a recuperare almeno il suo guardaroba ed i suoi effetti personali.

La casa del giovane individuata dal fratello è pronta ad ospitarlo, ma dal Comune nessun segnale per l’invio. Giorgio, il fratello di Vincenzo, non può più aspettare ed organizza il viaggio di Vincenzo. Passano sei mesi, ma il Comune ancora non interviene ed il centro di accoglienza chiede a Giorgio almeno il rimborso delle spese e l’alloggio, ma Giorgio è costretto a chiedere aiuto ad associazioni benefiche ed è così che riesce ad ottenere una prima somma perché il fratello possa restare, ma a breve avrà un altro sollecito per il pagamento ed il comune ancora non risponde. Questo è lo stato comatoso in cui versiamo, in questa storia struggente e dolorosa di due fratelli della nostra città che devono cavarsela da soli come se lo stato sociale a Benevento non fosse mai nato, come se vivessimo in una nazione senza governo e senza parlamento.

Giorgio e Vincenzo non sono affatto gli unici dimenticati di questa città, sono lo specchio più profonde delle nostre ferite, il quadro di Dorian Gray che ci guarda come comunità di adulti.

Noi ci candidiamo per loro due, ci candidiamo per i tanti ricattati dei contratti precari, per le tante cittadine e i tanti cittadini che hanno lasciato questa città perché non si sono piegati al sistema clientelare, ai tanti professionisti che non possono candidarsi senza rischiare di perdere il lavoro, per le tante famiglie a cui hanno detto che per il lavoro bisognava votare quel politico lì, che bastava un numero di telefono e non la scoperta dei propri talenti, ci candidiamo perché il ceto politico ci ha portato ai numeri più bassi della qualità della vita, dell’ambiente, del welfare.

Ma oramai è storia vecchia, le comunità più intelligenti sono andate in altra direzione mentre da noi arrivano gli scampoli della globalizzazione fallita altrove, fast food e megaparcheggi e piattaforme commerciali.

Ci candidiamo perché la nostra città è dis-integrata, invece noi siamo ricchi perché abbiamo un patrimonio fatto da tre ecosistemi: fluviale, rurale, urbano.

Solo che non abbiamo nessuna visione di come questi tre ecosistemi possano connettersi tra di loro.

I quattro fiumi di Benevento (Calore, Sabato, Tammaro e torrente San Nicola) vertono in uno stato di completo abbandono ed avvelenamento, non sono valorizzati né come fonte di attrazione della città, né come risorsa strategica del nostro ecosistema.

Benevento ha una priorità assoluta e macroscopica: il depuratore (o i depuratori). Ricordiamo che la nostra città è ultima in Italia per depurazione delle acque e che ciò significa che i nostri fiumi sono una discarica a cielo aperto, tra depuratore inesistente e depuratori con scarichi illegali. E’ per questo che noi lavoreremo sui “Contratti di Fiume”, introdotti in Italia e in tutta Europa dal secondo Forum Mondiale dell’Acqua, organizzato dal World Water Council (L’Aia, 2000). Sono importanti strumenti di programmazione strategica per la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, e proteggono dai rischi idrogeologici, dando un contributo, quindi, anche allo sviluppo locale.

Ma più in generale è il tema "acqua" - dall'ecosistema fluviale al servizio idrico, dai depuratori alla diga, dai pozzi avvelenati al Biferno – ad essere uno dei pilastri di tutto il programma condiviso dalla Coalizione ArCo, forte della storica azione di denuncia dell'Associazione "Altrabenevento" di Gabriele Corona e Sandra Sandrucci oggi presenti in ArCo con la lista "Altra Benevento è Possibile".

A Benevento, purtroppo, è mancato un pensiero politico sull'acqua e sul servizio idrico.

L'acqua è un bene primario e pubblico, è un diritto umano, lo riconosce l'ONU, ma il servizio idrico resta privato. Il Referendum del 2011 ha sancito che l'acqua dovesse essere tolta dagli interessi finanziari, ma il servizio idrico è rimasto privato, col risultato che oggi abbiamo i monopoli delle quattro sorelle dell'"oro blu", delle quali fa parte ACEA che controlla GESESA.

A monte è necessario scegliere quale visione politica avere: una città può decidere di "vivacchiare" sull'acqua oppure può decidere di fare una scelta politica su questo bene primario e umano.

In questi due anni abbiamo ascoltato tutte le diverse posizioni, ma dobbiamo finalmente assumere una posizione politica: la ri-municipalizzazione del servizio idrico è un trend europeo e non possiamo perdere altro tempo.

 

 

 

Le quattro sorelle dell'oro blu hanno distribuito interessi societari per il 90% degli utili, mentre noi sprechiamo acqua per le carenze delle condutture idriche e non abbiamo un sistema che tuteli le famiglie povere.

Anche il Referendum sull’acqua è uno dei punti già pronti quando andremo al governo della città, così come costituiremo fin da subito una task force sul tema acqua che decida i passi legali per il non rinnovo del contratto e cosa significhi il passaggio ad una azienda in house come l'ASIA che spende oltre tredici milioni di euro, ma che non ha mai attivato alcun processo di economia circolare, nonostante i grandi risultati ottenuti nella raccolta differenziata. Siamo 58mila abitanti circondati da aree rurali, con una città grande e spopolata, ma purtroppo città non esiste un piano che permetta l’abbassamento della TARI nei prossimi dieci anni e che possa creare lavoro con i rifiuti, rendendo il rifiuto stesso una nuova materia con un nuovo ciclo di vita.

La tassa sui rifiuti urbani (TARI) applicata a Benevento è la più alta possibile consentita dalla legge e vale, in media, 472€ euro a famiglia. Rappresenta una voce di costo importante per quasi tutte le attività commerciali tanto da risultare essere la terza più cara in tutta Italia nel 2020. Un fiume di denaro che esce dalle tasche dei cittadini per un servizio spesso inadeguato e certamente costosissimo

Benevento continua ad essere “ultima” perché lo sviluppo degli anni 80 non ci ha toccato, ma questo oggi potrebbe rivelarsi una grande fortuna.

Ora è il momento di guardare nel futuro il ruolo che Benevento potrebbe avere non solo e non tanto nella Campania quanto nel mezzogiorno di Italia, a Nord di quella culla della civiltà che è il Mediterraneo, da qui dobbiamo imparare a vedere il mare, sentirci un porto per il futuro verso cui dovremmo salpare.

 

E’ possibile, dunque, sognare una Benevento verde, accogliente, intelligente?

Noi pensiamo proprio di sì: Benevento può essere tra i protagonisti del new green deal europeo.

Non può esserci sviluppo se non riparte un “new deal”, anzi un “Green new deal”, la rivoluzione sostenibile dell’Unione Europea targata Ursula von der Leyen che ha l’obiettivo strategico di trasformare l’Europa nel primo blocco di Paesi a impatto climatico zero entro il 2050.

Il verde è relazione nuova tra uomo e ambiente ma anche occasione di una nuova economia:

– con la bioedilizia, una tecnica di costruzione che crea impatti positivi sul clima, sull’ambiente naturale e sulla vita delle persone e per la quale occorrono materie prime come terra battuta, fibre di canapa, paglia, bambù;

– con la produzione comunitaria di energie rinnovabili o le agroenergie;

– con l’agricoltura di precisione, ovvero l’uso intelligente e interconnesso di tecnologie e dati che consentono una agricoltura che produce di più con minori sprechi di risorse e minore uso di sostanze inquinanti.

 

Una Benevento accogliente è già possibile perché sul Welfare siamo già una Coalizione simbolo in Italia. La Rete nazionale “Per un Nuovo Welfare”, nata a Benevento e che oggi conta quasi cento aderenti tra Fondazioni, Enti, Studiosi e Università, è riconosciuta a livello nazionale per il “metodo” di welfare innovativo nella progettazione personalizzata sulle fragilità.

Il nostro non è un “sistema di welfare dei servizi”, mettiamo al centro la persona, come insegna Papa Francesco nella Laudato Sì e come studia la Scuola nazionale di Economia civile, alle quali ci ispiriamo.

Abbiamo presentato - prima all’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e all’allora Ministra Lucia Azzolina e qualche mese fa al Presidente del Consiglio Mario Draghi - insieme alla Rete nazionale EducAzioni sette declinazioni diverse del nostro “Nuovo Welfare”: i Budget di Salute, l’accoglienza diffusa nei Piccoli e medi Comuni Italiani, i Budget e i Patti Educativi per le povertà educative minorili, un nuovo metodo dell’agricoltura coesiva e della conversione e transizione ecologica, i Patti di imprenditoria civile in cui abbiamo proposto una innovazione nel sistema del reddito di cittadinanza.

Siamo l’unica Coalizione che dice una parola chiara e inequivocabile sulla difesa dei diritti dei deboli e anche sulla difesa dall’attacco aggressivo del gioco d’azzardo in città perché gli ultimi dati parlano di cifre che si aggirano intorno agli ottanta milioni di euro all’anno che i beneventani bruciano nel gioco d’azzardo. Si tratta di un problema sociale che il prossimo Governo della città deve affrontare con coraggio e determinazione. Per almeno due motivi: da una parte, perché la diffusione del gioco patologico fa il pari con uno stato di “perdita di senso” da parte di chi si vede senza futuro perché senza lavoro oppure perché vive una condizione di disagio sociale e personale; dall’altra perché gioco d’azzardo e povertà sono sempre più legati in un circolo vizioso e criminale che parte dalla speranza per concludersi in un aumento delle condizioni di disagio materiale: è un dato sconcertante anche nel Sannio, che si colloca al quarto posto nella classifica regionale per giocate; al primo posto in Campania e al sesto in Italia, invece, per la presenza di imprese del gioco che nel 2018 sono aumentate del 20,3%.

Nel programma della Coalizione ArCo abbiamo inserito misure specifiche per il contrasto al gioco patologico: l’adozione di un regolamento NoSlot e un Osservatorio sul gioco d’azzardo patologico. Oltre a questo, per sostenere economicamente gli esercizi commerciali che vorranno dismettere il gioco d’azzardo faremo in modo da riconvertire la spesa del gioco “liberato” in spesa per i servizi della coesione sociale e, infine, attiveremo gli sportelli ascolto nei quartieri e protocollo di presa in carico delle famiglie.

 

Abbiamo bisogno di una Benevento Intelligente perché oggi esiste uno iato incredibile tra una città priva di una procedura di Smart city ed una eccellenza nazionale ed internazionale come i Corsi di Studio in Ingegneria informatica di Unisannio.

Una città intelligente è una smart city che favorisca relazioni dirette, anche via web, con i cittadini e che attui concreti programmi per una attenta innovazione tecnologica, che sia di supporto alla creazione di start-up con sistemi di co-progettazione e co-programmazione pubblica in collaborazione con l’università locale per trattenere in città i suoi studenti e allo stesso tempo attrarre nuovi cittadini della fascia giovanile attraverso la creazione di start up imprenditoriali nell’ambito delle Smart Cities.

L’innovazione tecnologica serve anche a supportare le politiche di anticorruzione e trasparenza che il nostro programma prevede.

A partire da una riconversione della comunicazione istituzionale che dovrà, anche attraverso il web, informare i cittadini, far conoscere l’ente, attivare servizi di sportello, aprire nuovi spazi di partecipazione. Solo grazie alla trasparenza riusciremo a svuotare le sacche dei “favori” che hanno preso il posto dei “diritti”.

 

Tutto il nostro programma – che, a livello nazionale, è oggetto di osservazione e di valutazione di impatto - guarda al Benessere Equo e Sostenibile (il framework di misurazione di benessere multidimensionale adottato dall’Istat), agli obiettivi (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 e agli indirizzi strategici del Next Generation EU in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I principali punti del nostro programma in connessione con il PNRR riguardano le misure di Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e le Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione; l’Istruzione e Ricerca, con particolare riferimento al passaggio dalla ricerca all’impresa, le condizioni di supporto alla ricerca e innovazione, con un forte finanziamento delle start-up e gli spazi co-working cittadini. Puntiamo sulle misure del PNRR previste per Inclusione e Coesione, che per noi ha un valore portante di tutta l’azione amministrativa che cureremo nei prossimi cinque anni, come le politiche per il lavoro, il sostegno e le politiche attive del lavoro e formazione. 

Benevento dovrà, infine, diventare una Città cultura, dobbiamo valorizzare le potenzialità e le risorse culturali disponibili in città per avviare un’offerta di «generatori di cultura».

Nei primi sei mesi di amministrazione, convocheremo gli Stati Generali della Cultura con la presenza di tutti gli operatori istituzionali, pubblici e privati per l’analisi delle potenzialità e delle risorse disponibili, un coinvolgimento diretto di operatori, scuole ed università con l’ente comune a dirigere una cabina di regia. Bisogna pensare complessivo, non bastano singoli e periodici spettacoli senza un concept culturale comune che ricomprenda anche il moderno metodo di “welfare culturale” che ha fatto di Matera la capitale della cultura che tutti abbiamo apprezzato.

La ripercussione sarà l’avvio di un programma armonico e coordinato di tutte le attività di musei, agenzie, scuole, fondazioni, associazioni e singoli artisti per avviare un’offerta di «generatori di cultura» e di fruizione della cultura.

 

Non servono supereroi. Occorre una progettazione strategica che riscopra e valorizzi le risorse esistenti del nostro territorio, capisca i bisogni delle nostre enormi aree rurali e li metta in connessione con il mercato, l’innovazione tecnologica e le politiche nazionali ed europee.

Non servono supereroi. Servono persone competenti, serve un rinnovato rapporto tra Ente pubblico e società civile, uniti “nel fare”. I partiti hanno fallito la propria missione, su questo territorio.

La Benevento dalle cento “città sospese” segna il “non più” che dalle urne deve trasformarsi in “ORA SÌ”.

ArCo ha chiarito al mondo intero che non siamo affatto i giovani antisistema, ma gli amanti appassionati di questa città che fanno della continuità amministrativa della vita del Comune un dovere morale contro un immobilismo permanente.

I partiti adesso devono fare una sosta lunga cinque anni: abbiamo bisogno di un blood washing della politica.

Dal 5 ottobre tutto il ceto politico di questa città dovrà mettere a posto le tante conflittualità interne e riflettere sulla evanescenza progettuale del suo cammino e sul mancato ricambio generazionale delle leadership.

In questa città i partiti devono prendersi una pausa, lasciare adesso governare chi ha le competenze e a chi lo farà da domani e non nell’ultimo mese appiccicando delibere e nastri tagliati per ripararsi dietro una vetrina elettorale con la quale ancora tenta di abbagliarci col fumo per nascondere il vuoto degli ultimi cinque anni.

In questa città i partiti si devono prendere una pausa ed avere finalmente l’onestà intellettuale di riconoscere lo sbaglio, di ammettere che hanno frenato il movimento spontaneo di questa piazza tentando di “annetterlo” ad una corazzata che si è dimostrata d’argilla. E pensando che ne saremmo anche stati contenti.

 

Benevento può essere non più l’ultima della classe, ma la prima ad avviare un percorso nuovo europeo tra le piccole e medie città.

Noi siamo qui per andare oltre la destra e la sinistra di una città e proporre una visione per tutti i beneventani che possano sentire la propria riconnessione con l’Europa, ma anche con il Taburno, con il manifesto di Ventotene ma anche con l’eccellenza della sua Università, che possa ascoltare il suono dei fiumi che scorrono e gioirne senza perdere la transavanguardia.

Siamo qui come il poeta Whitman, sentendo dentro di noi l’Ohaio, l’Ontario, il Tennessee che per noi sono il Rione Libertà, il Triggio, le colline della Dormiente, i fumi, il Rione ferrovia.

Tutte in un’unica connessione tra noi e la città, tra la politica e la città.

E’ la nostra unica rivoluzione. E’ la nostra unica politica».