Sassinoro, tutto il Sannio schierato contro i rifiuti

Approvata all'unanimità la delibera con la richiesta di revoca delle autorizzazioni concesse

Benevento.  

(fed. fes.) - Sannio e Molise unite nella battaglia contro il mega impianto di Sassinoro. Una protesta che oggi assume anche il carattere dell'ufficialità, con la delibera del consiglio provinciale di Benevento.

Approvato all'unanimità, il documento licenziato nel corso della seduta (una delle poche mai tenute lontano dalla Rocca dei Rettori) è in pratica una richiesta di revoca delle autorizzazioni concesse dagli uffici regionali per la realizzazione del mega impianto per il trattamento della frazione umida. La storia dell'impianto di Sassinoro è sintomatica di come la politica finisca per essere fagocitata dall'apparato burocratico molossoide, che in Regione Campania riesce a condizionare tutto: anche la vita stessa di intere popolazioni.

Immaginato per dare risposta alla richiesta di trattamento dei rifiuti solidi di pochissimi comuni viciniori, l'impianto ha poi subito una procedura autorizzativa del tutto autonoma, abbandonando lo spirito “politico” della risposta territoriale e prendendo la strada “burocratica” dell'inserimento in un piano a visione ampia, regionale, legata a interessi di una popolazione di milioni di abitanti, con implicazioni, tra l'altro, di comuni che per confine fisico sono ad un tiro di schioppo da Sassinoro ma che battono bandiera molisana.

Non è casuale l'interessamento alla protesta degli abitanti di Sassinoro, diventata da questa mattina di tutto il Sannio, da parte del neo eletto presidente della giunta regionale del Molise, Donato Toma. E' politicamente rilevantissima la presenza, a Sassinoro, del presidente della Provincia di Campobasso, Donato De Matteis, che non si fa scrupolo a parlare di strane zona d'ombra nella procedura seguita per l'inter autorizzativo.

I punti chiave sono pochi e semplici in questa vicenda: risalire a chi e con quale autorizzazione ha trasformato questo impianto da intercomunale a regionale e – affatto meno importante – spiegare chi andrà a gestirlo quali garanzie offrirà alla popolazione locale perché il trattamento dell'umido non si trasformi in un incubo. La Regione in tal senso dovrà fornire risposte “politiche” e non burocratiche.