Confindustria, rapporto Pmi: "Voglia di ripresa superiore alle difficoltà"

Presentato il rapporto 2021, Lampugnale: "Imprese chiedono infrastrutture e semplificazione"

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Benevento.  

Un'economia sicuramente messa a dura prova dalla pandemia, in alcuni casi in maniera anche drammatica, ma che grazie alla forza di una classe imprenditoriale operosa e fortemente radicata sul territorio anche in virtù delle proprie caratteristiche ha voglia di ripartire.
E' il quadro che emerge dal Rapporto Pmi Campania 2022, presentato oggi in un Webinar organizzato dalla sezione regionale di Piccola Industria di Confindustria, guidata dal sannita Pasquale Lampugnale.


Un rapporto curato dal Centro Studi Confindustria, salutato con favore dal presidente regionale dell'Unione Industriali, Luigi Traettino: “E' una cosa molto positiva il lancio del centro studi: perché spesso si registra una distanza molto grande tra i bisogno effettivi del territorio e la capacità reale di rispondere a quei bisogni, o quella dell'amministrazione pubblica di trasformare le opportunità che arrivano in effettivi benefici per i nostri territori. Di qui la decisione di creare un Osservatorio”.
E la presentazione dei dati emersi dagli studi di Confindustria è toccata al presidente regionale della Piccola Industria, Pasquale Lampugnale: “Il rapporto è un'analisi di dati che serve a guardare, in un momento complesso, non solo ciò che ha lasciato la pandemia, ma anche le prospettive future”.


E quando Lampugnale sonocciola i dati emerge che la Campania in vent'anni è cresciuta, sì, ma in maniera contenuta, della metà rispetto alla media italiana. Oggi ha un tasso di occupazione preoccupante tra i giovani: 1 su 4 ha un lavoro, in Italia sono oltre il 40 per cento.
Preoccupa la “dimensione” del lavoro irregolare: in agricoltura e nelle costruzioni viaggia nella nostra regione a ritmi molto, molto superiori rispetto al resto d'Italia, e ciò spiega anche la tendenza agli incidenti sul lavoro.


Per quel che attiene a Benevento: c'è un alto valore aggiunto di agricoltura e costruzioni, ma la dinamicità d'impresa è lenta, più lenta rispetto alle altre province campane.
Lampugnale ha anche elencato le priorità indicate dalle aziende per la ripartenza: “Superare il digital dvide che ostacola le pmi, investire in infrastrutture che vadano a rompere l'isolamento di molte aree della Campania, superare le difficoltà della burocrazia che spesso si frappongono tra le aziende e lo sviluppo, tant'è che sono le stesse piccole e medie imprese che chiedono allo stato un accompagnamento per superare i problemi creati dalla burocrazia e anche in una delle sfide fondamentali che è quella della transizione ecologica”.


E uno sguardo sulle dinamiche anche a livello provinciale l'ha fornito il docente dell'Univestià Vanvitelli, Francesco Izzo: “L'export cala solo a Benevento, mentre ad Avellino aumenta addirittura del 46 per cento. Ma andando ad analizzare il dettaglio emerge la crescita delle esportazioni del comparto “food”, mentre crollano quelle del tessile”.
E poi per il Sannio emerge il dramma demografico: “Benevento è la provincia di gran lunga più vecchia della Campania, con un indice di dipendenza che sfiora il 55 per cento”.


Tuttavia: “Cresce il clima di fiducia” e anche Izzo parla delle richieste delle aziende: “In particolare semplificazione burocratica e investimenti in infrastrutture”.
Parole di ottimismo sono state spese anche dal responsabile commerciale di Banca Mediolanum per Lazio, Campania e Sardegna, Costante Turchi: “ La ripresa dipende soprattutto dai progetti delle piccole e medie imprese. Lo Stato farà, ma la forza dell'imprenditoria e del territorio farà la differenza”. E poi, dopo l'intervento del direttore del Centro Studi, Alessandro Fontana, le conclusioni del presidente nazionale Piccola Impresa Confindustria, Giovanni Baroni: “Il mondo sta cambiando e ci dice che dobbiamo innovare oppure arretreremo tutti. Certo: c'è già un divario tra Campania e territori del nord, ad esempio, ma la sfida è crescere tutti per non arretrare tutti. Cosa fare? Colmare i gap che ci sono: perché oggi ci sono strumenti incredibili per farlo, strumenti incredibili che possono aiutarci a trasformare le difficoltà in opportunità. Noi come Confindustria ci siamo, a partire dalla prossima assise nazionale della piccola industria, che si terrà proprio a sud”.