A Sant'Agata il calcio non può essere razzismo e violenza

Ieri l'aggressione da parte di alcuni tifosi della Virtus Goti ai danni di un giornalista

Sant'Agata de Goti.  

E’ successo di nuovo. Dal terreno di gioco sul quale era impegnata la Virtus Goti le notizie sportive hanno dovuto lasciare il passo a quelle di cronaca. 

Solo poche settimane fa – era il 4 aprile - alcuni tifosi della squadra di calcio di Sant’Agata de’ Goti che milita nel campionato di Prima Categoria si erano contraddistinti per i cori razzisti all'indirizzo un calciatore di colore del Vitulano.

Ieri invece, la violenza e le frustrazioni di alcuni pseudo-tifosi sono andate oltre, concretizzandosi nell’aggressione, questa volta fisica, al giornalista Billy Nuzzolillo.

Una brutta pagina per lo sport santagatese, e per quello sannita in generale.

E’ giusto scrivere, ri-scrivere e ri-scrivere ancora che anche questa volta, come successo ad inizio aprile a Vitulano, ad agire sono stati pochi imbelli pseudo-tifosi. 

E’ giusto però pretendere che questa volta la società e la città prendano in maniera netta le distanze da questi atti di violenza.

Perché un mese fa a quei brutti cori di Vitulano seguì un silenzio assordante. Adesso, anche alla luce di quanto successe allora, la società e la città non possono permettersi lo stesso errore. 

Se Sant’Agata vuole crescere calcisticamente, non possono bastare un nuovo terreno di gioco - atteso da decenni ed ormai pronto - ed una società solida: c’è bisogno di una cultura sportiva. 

Serve che subito la società Virtus Goti e la Città di Sant’Agata chiedano scusa per il gesto di quei vigliacchi che ieri hanno aggredito un giornalista. Serve che la società e la città prendano le distanze da chi ha aggredito verbalmente un calciatore avversario, perché di colore.

Perché a Sant’Agata il calcio non può essere razzismo e violenza.

Vincenzo De Rosa