Immortale Shakespeare. Per le ansie, i sentimenti, i valori e i disvalori che la sua drammaturgia riesce a veicolare. Anche oggi, nel 2015. Soprattutto quando i temi affrontati sono eccezionalmente attuali. Come ne “Il Mercante di Venezia”. Ed è Giorgio Albertazzi ad incaricarsi ancora una volta di dar volto e voce a Shylock, a più di novant’anni, senza avvertire il peso della sua straordinaria età.
Così ecco di nuovo in scena, il prossimo 10 febbraio al Modernissimo di Telese Terme, per la rassegna del Teatro Pubblico Campano, la commedia shakespeariana più nota e lo straordinario intreccio del patto “sanguinario” tra l’usuraio ebreo che presta dei soldi al mercante cristiano Antonio, al quale i ducati servono per aiutare il suo amico Bassanio a conquistare Porzia, la bella e ricca signora di Belmonte. Shylock non chiede interessi sul denaro, ma una libbra di carne di Antonio, nel caso questi non fosse capace di restituirgli i soldi entro tre mesi.
Il “Mercante” di Albertazzi è pieno di ironia: è un ebreo veneziano, che è diverso da un ebreo qualunque. Un gran signore che presta i soldi come farebbe una banca e, quando pretende da Antonio in garanzia la famosa libbra di carne, lo fa come sfida, pensando che non venga accettata dalla controparte. Uno scontro etico, sociale, culturale. Insomma, un vero e proprio conflitto fra amicizia e amore, potere del denaro, lealtà e giustizia. La voce morbida di Giorgio Albertazzi corre fra i vocaboli di Shakespeare, spesso scioglilingua, senza trascurare sonorità liriche.
Un approccio che la critica ha già definito da “amante carnale delle parole”. Il regista Giancarlo Marinelli si rapporta alla versione innovativa di Albertazzi, con idee progressiste e modi tradizionali, costruendo un’opera in bilico tra commedia e tragedia, dove solo un ponticello in scena divide e unisce amici e amanti, alleati e antagonisti; sovrappone, con bella intuizione, amore e odio, giustizia e sopruso, generosità e avarizia, giovinezza e vecchiaia. Lo spettacolo, a parte qualche licenza poetica, si allaccia alla tradizione dell’opera shakespeariana, puntando molto sulla levatura dei personaggi e dei loro interpreti, valorizzati dall’essenzialità della scenografia.
Una scelta azzardata ma che si rivela vincente nelle performance dei protagonisti Giorgio Albertazzi (magnetico e sfavillante nella parte di Shylock), Franco Castellano e Cristina Chinaglia, giovane di talento. “Il Mercante di Venezia” è un’opera ambigua e complessa, un intreccio inestricabile di conflitti sociali e culturali, un testo in cui esplodono perennemente conflitti e contraddizioni, un mondo che non ammette sintesi o armonia fra i valori. Un’opera in cui a prevalere è il potere del denaro: tutto si compra e si vende, anche un brandello di carne umana, anche l’amore.
Maria Ricca