Otto mesi, pena sospesa, ed il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili (la moglie e i due figli, assistiti dall'avvocato Angelo Pica) . E' la condanna decisa dal giudice Fallarino per Luigi De Palma (avvocato Sergio Rando), 64 anni, di Pago Veiano, chiamato in causa dalle indagini sulla morte di Giuseppe Mercuri, 68 anni, di Pago Veiano, avvenuta il 10 giugno 2019 per asfissia da annegamento.
Come si ricorderà, era finito in un vecchio pozzo artesiano largo 1 metro e 20 centimetri e profondo 6 metri, metà dei quali riempiti dall'acqua, in un terreno di cui De Palma era l'affittuario (la posizione dei proprietari era stata invece archiviata).
Secondo il Pm, avrebbe omesso di adottare “mezzi di protezione e idonee segnalazioni di pericolo” in relazione a quel pozzo, che si presentava “privo di parapetto, non visibile in quanto ricoperto da erba alta, essendo il terreno incolto, ed accessibile a tutti”.
Giuseppe Mercuri si era allontanato da casa il 7 giugno al volante della sua Fiat Panda, con l'obiettivo di raccogliere asparagi. Il mancato rientro aveva preoccupato i familiari, che avevano dato l'allarme.
Erano partite le ricerche che avevano impegnato una cinquantina di persone, supportate anche da un elicottero e da droni dotati di termocamera. La macchina dell'uomo, molto conosciuto per aver guidato per tanto tempo lo scuolabus, era stata trovata ai margini di un campo nella zona di contrada Torre. Nessuna traccia, invece, del 68enne, che sembrava fosse stato ingoiato dal nulla.
Poi, il 10 giugno, la terribile scoperta del corpo della vittima.
(foto di repertorio)