L'ho ucciso, ha confessato. Andavamo d'accordo, non è vero che avevamo litigato. E allora, perchè ha affondato l'ascia su di lui con tanta ferocia, fino a decapitarlo? Benito Miarelli, 57 anni, di Pannarano, ha offerto una motivazione che sembra indicativa della condizione di difficoltà psicologica nella quale versa. Ho sentito una voce all'improvviso, mi ha detto che dovevo ammazzarlo, ha risposto al gip Vincenzo Landolfi, presenti il pm Marilia Capitanio ed il suo legale, l'avvocato Benedetta Masone.
Lo ha fatto in carcere durante l'udienza di convalida dell'arresto, fornendo una propria versione dei fatti. Escludendo di aver gettato la testa di Annibale, 70 anni, in strada, contrariamente a quanto sostengono alcuni testimoni, e di aver compiuto l'omicidio mentre la vittima dormiva.
Se davvero è andata come afferma, Annibale sarebbe stato colpito mentre era ancora sveglio, a letto ( o nelle vicinanze dello stesso), dove era stato rinvenuto il suo corpo sventrato. Mentre la difesa si è riservata la possibilità di chiedere una consulenza psichiatrica, appare chiaro che si tratta di una storia agghiacciante che attende ancora di essere compiutamente ricostruita.
Ulteriori elementi potrebbero emergere dall'autopsia che lunedì il medico legale Emilio D'Oro eseguirà nell'obitorio del San Pio. Ennesima tappa di una inchiesta su un delitto con le tinte dell'orrore. Scatenato da quella voce che avrebbe spinto Benito ad accanirsi contro il povero Annibale.