Concorso pompieri: "Quiz e domande estratte a caso da un pc per scritti e orali"

Benevento. Rito abbreviato per quattro imputati, in aula tre testimoni della difesa

concorso pompieri quiz e domande estratte a caso da un pc per scritti e orali
Benevento.  

Si è detto convinto, per la sua esperienza, che, a meno che la società che gestiva il processo informatico non lo avesse alterato per fare in modo che uscissero solo determinate domande, “il sistema fosse blindato”. Parola dell'ingegnere Carlo Dall'Oppio, ascoltato questa mattina, al pari di un collega e di un viceprefetto – tutti testimoni indicati dalle difese -, nel giudizio abbreviato a carico di quattro dei cinque imputati nel processo nato dall'inchiesta del pm Francesco Sansobrino e della guardia di finanza sui concorsi per l'accesso alle forze dell'ordine.

Si tratta del viceprefetto Claudio Balletta (avvocato Bruno Naso), 69 anni, di Roma, del Dipartimento dei vigili del fuoco, di Giuseppe Sparaneo (avvocato Domenico Chindamo), 55 anni, funzionario dei vigili del fuoco di Benevento, Antonio De Matteo (avvocato Antonio Leone),72 anni, di Benevento, funzionario in pensione dei vigili del fuoco, e Vito Russo (avvocati Vincenzo Sguera e Francesca Golia), 42 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma. Stralciata invece la posizione di una quinta persona, a giudizio dinanzi al secondo collegio del Tribunale.

Associazione per delinquere (contestata a Balletta, De Matteo e Sparaneo) e corruzione le accuse, attenzione puntata su un presunto giro di denaro per le selezioni di accesso – anche quelle ancora non pubblicate – a vigili del fuoco, finanza, polizia e carabinieri. 113 i presunti beneficiari, il 26 giugno l'udienza preliminare.

Dall'Oppio è stato chiamato a deporre, in particolare, come componente la commissione del concorso per 250 posti nei vigili del fuoco. Ha ricordato di aver conosciuto in quella occasione, tra il 2017 ed il 2018, Balletta, poi ha ricostruito la procedura delle prove per gli oltre 120mila candidati (“2mila al giorno in ognuno di due padiglioni alla Fiera di Roma”), con una prima scrematura legata ai test con risposte a crocetta. Le domande – ha spiegato- facevano parte “delle 5mila che un mese prima venivano pubblicate su un sito”.

 I 40 quiz “venivano estratti a caso dal computer, poi mescolati” in modo da evitare che nella stessa fila “si potesse copiare” e infine consegnati agli aspiranti pompieri. E ancora: i compiti – “in quelli dei giorni successivi non comparivano i test già usati” -venivano poi “inseriti in uno scanner che, dopo averli scansionati, restituiva i risultati”.

Fatali quattro errori, al di sotto scattava l'ammissione alle prove ginniche e, poi, agli orali. Dove ogni candidato era abbinato da un codice ad un test, e doveva rispondere, in tre aule dell'Istituto superiore antincendio, a domande 'vomitate' da un computer e che “nulla avevano a che fare con le 5mila della prova scritta”. Si torna in aula il 26 marzo per altri testi delle difese, il 28 maggio la requisitoria del pm Giulio Barbato ed il 16 luglio le arringhe difensive.

L'indagine, supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche, operate anche con l'uso del trojan installato nello smartphone di De Matteo, ha messo nel mirino, come è noto, le pen drive con i quiz per i concorsi che sarebbero state consegnate ad oltre 100 candidati o loro familiari dal settembre 2019 al marzo 2020 in cambio, da ciascuna di loro, di 2mila euro.

Parti civili i ministeri dell'Interno e della Difesa con l'avvocato Giuseppe Di Sirio e il Conapo (sindacato dei vigili del fuoco) con l'avvocato Carlo Matarazzo.