"Ricorsi falsi contro Wind e Tim", undici indagati: anche cinque avvocati

Benevento. Chiusa l'inchiesta del pm Barbato, contestati associazione per delinquere e falso

ricorsi falsi contro wind e tim undici indagati anche cinque avvocati
Benevento.  

Undici persone, tra le quali cinque avvocati e il titolare di un negozio di telefonia. Tutte chiamate in causa dall'inchiesta, ora conclusa, del pm Giulio Barbato e della guardia di finanza sui ricorsi per decreti ingiuntivi nei confronti di Wind e Tim. A tutti gli indagati- hanno ora venti giorni per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive, poi il Pm procederà alle eventuali richiesta di rinvio a giudizio- vengono contestate le ipotesi di reato di associazione per delinquere e falso.

I legali – G. B., G. N., M.M., F.P., M.D.S., uno di loro è ritenuto il promotore della presunta associazione – sono disseminati tra Montesarchio, Airola, Napoli, Cervinara e San Martino Valle Caudina, gli altri - D. F., F. P., C. R., R. C., F. D. B., C. P.- risiedono tra Airola, Santa Maria a Vico, Montesarchio e San Martino Valle Caudina. Si tratta di una inchiesta scandita anche dalla richiesta di misure nei confronti degli avvocati e del commerciante, respinta dal Gip e accolta dal Riesame solo per i professionisti, adesso in attesa della decisione della Cassazione.

Nel mirino degli inquirenti i ricorsi proposti dinanzi ai giudici di pace di Airola, Montesarchio, Crerignola, Mirabella Eclano, Montoro, Canosa, Cervinara e Pescopagano per decreti ingiuntivi nei confronti di Wind e Tim, “in virtù di procura speciale apparentemente sottoscritta” da decine e decine di consumatori. Tutto ciò avrebbe “indotto in errore l'organo giudicante sulla legittimazione” dei legali e sulla “fondatezza della pretesa” degli utenti “alla consegna da parte delle società convenute del contratto relativo alle utenze telefoniche”.

Una induzione in errore che, a detta del Pm, si sarebbe tradotta nell'emissione dei decreti ingiuntivi, con la quale sarebbe stato “attestato falsamente il diritto della ricorrente alla consegna della documentazione”, con la condanna delle società al pagamento”, al risarcimento. L'addebito di falso in certificati riguarda la presunta falsa attestazione dell'autenticità della sottoscrizione apparentemente apposta” dagli assistiti “nella procura speciale a margine del ricorso per decreto ingiuntivo nei confronti della compagnie telefoniche; sottoscrizione che sarebbe risultata contraffatta”.

Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Alessio Ruoppo, Pasquale Matera, Ettore Marcarelli, Fulvio Dello Iacovo, Vittorio Fucci e Luca Cavuoto.

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