Prima l'escussione del perito che ha trascritto il verbale di un interrogatorio di 11 ore reso da Sparaneo, poi il rinvio al 4 luglio, per consentire alle difese di valutare il ricorso al rito abbreviato e la richiesta di risentire lo stesso Sparaneo. Si è chiusa così l'udienza del processo a carico delle cinque persone a giudizio per l'inchiesta del pm Francesco Sansobrino e della guardia di finanza sui concorsi per l'accesso alle forze dell'ordine.
Si tratta di Giuseppe Sparaneo (avvocato Domenico Chindamo), 54 anni, funzionario dei vigili del fuoco di Benevento, Antonio De Matteo (avvocato Antonio Leone),71 anni, di Benevento, funzionario in pensione dei vigili del fuoco, del viceprefetto Claudio Balletta (avvocato Bruno Naso), 68 anni, di Roma, del Dipartimento dei vigili del fuoco, e di Antonio Laverde (avvocato Vittorio Fucci), 47 anni, originario di Benevento ma residente a Fonte Nuova, in provincia di Roma, maresciallo della Finanza in servizio al Comando generale, Vito Russo (avvocati Vincenzo Sguera e Francesca Golia), 41 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma.
Associazione per delinquere (contestata a Balletta, De Matteo e Sparaneo) e corruzione le accuse, attenzione puntata su un presunto giro di denaro per le selezioni di accesso – anche quelle ancora non pubblicate – a vigili del fuoco, finanza, polizia e carabinieri.
L'indagine, supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche, operate anche con l'uso del trojan installato nello smartphone di De Matteo, ha messo nel mirino le pen drive con i quiz per i concorsi che sarebbero state consegnate ad oltre 100 candidati o loro familiari dal settembre 2019 al marzo 2020 in cambio, da ciascuna di loro, di 2mila euro.