"Picciotti, che vi ho fatto?". Il colpo di grazia e il cuore che batte a mille

Benevento. Mostra giudice Livatino visitata dagli studenti della III B Liceo scientifico Alberti

picciotti che vi ho fatto il colpo di grazia e il cuore che batte a mille
Benevento.  

La luce è bassa, non vola una mosca. Il silenzio è completo, lo interrompe il maledetto crepitio delle armi da fuoco. La vittima corre disperata in una scarpata, cerca di mettersi in salvo. Ansima, sembra di sentire il suo cuore che batte a mille. “Picciotti, che vi ho fatto?”, dice ad uno degli assassini che l'ha raggiunto per sparagli il colpo di grazia.

Momenti drammatici che, restituiti dalla voce di alcuni attori, riempiono il documentario su Rosario Livatino, il 'giudice ragazzino' ucciso a 38 anni dalla mafia nel 1990, lungo la strada tra Agrigento e Caltanissetta, dove lavorava. Le immagini scorrono su uno schermo in una sala del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, dinanzi agli occhi delle ragazze e dei ragazzi della III B del Liceo scientifico (Lssa forense) dell'Alberti, accompagnati dalla professoressa Monia Palombi e dall'avvocato Nicola Covino, come tutor dell'Ordine forense, di cui è consigliere.

Non staccano gli sguardi dal video, ascoltano attentamente il racconto che si snoda attraverso le parole di colleghi e parenti di Livatino, del testimone che aveva consentito di individuare gli autori dell'agguato, del postulatore della causa di beatificazione, di uno dei killer.

Questa mattina sono stati i primi a visitare al Palazzo di giustizia, accolti dall'avvocato Emilia Biondi, anima dell'iniziativa, la mostra multimediale, articolata anche in una serie di pannelli installati al primo piano, dedicata al magistrato, “un martire per la fede nel servizio alla giustizia”. Non amava farsi fotografare, operava in silenzio. Un giudice che si era consegnato a Dio, che credeva profondamente in ciò che faceva. Un esempio, uno dei tanti del nostro Paese, che molto spesso non ne segue la scia luminosa che hanno lasciato.