Tre hanno patteggiato, per le altre sei, che hanno scelto il rito ordinario, appuntamento ad ottobre dinanzi ad un nuovo giudice. Si è chiusa così l'udienza preliminare, fissata dinanzi al gup Gelsomina Palmieri, per le nove persone di cui il pm Maria Gabriella Di Lauro ha chiesto il rinvio a giudizio in un'indagine dei carabinieri di Barletta su alcune rapine ai portavalori sventate o programmate tra Puglia, Campania e Basilicata. Si tratta di un'inchiesta diretta dalla Procura di Trani, che nel marzo del 2016 era stata scandita dall'esecuzione di alcune misure cautelari, poi annullate e non più adottate dopo la decisione con la quale la Cassazione aveva accolto l'eccezione sulla competenza territoriale, disponendo la trasmissione degli atti alla Procura di Benevento.
In particolare, hanno patteggiato Donato Mariano Leone (avvocato Mario Malcangi), 63 anni – per lui 3 anni e 6 mesi - ,Michele Sciannamea (avvocato Giacomo Lattanzio), 55 anni, Nunzio Sciannamea (avvocato Vincenzo Princigalli), 57 anni – per entrambi la pena di 2 anni e 9 mesi-, tutti di Canosa, accusati di associazione per delinquere, tentata rapina, ricettazione, riciclaggio di auto e mezzi rubati, porto d'armi.
L'elenco prosegue con Antonio Lenoci, 53 anni, anch'egli di Canosa, Nicola Cairella, 58 anni, di Foglianise, Giovanni Matarrese, 56 anni, di Andria, Nicola Parzanese, 63 anni, di Montecalvo Irpino, Luigi Farina, 71 anni, ed Antonio Martino, 75 anni, entrambi di Buonalbergo. Diverse le posizioni e le accuse.
L'addebito associativo è prospettato per Lenoci, che poi deve rispondere, in concorso con Cairella, di una tentata rapina che risale al 3 febbraio del 2016.
Secondo gli inquirenti, quella mattina l'assalto a mano armata sarebbe dovuto scattare alla frazione Terranova di Arpaise, lungo la strada che conduce a Roccabascerana. Il colpo era fallito perchè il furgone portavalori della Cosmopol partito da Avellino aveva cambiato itinerario. E non casualmente. Perchè la variazione di percorso era stata suggerita dagli investigatori sulla scorta, evidentemente, del contenuto delle intercettazioni telefoniche che avevano a disposizione.
Tutti gli altri sono invece stati chiamati in causa rispetto al destino di targhe, macchine e autocarri utilizzati. E' il caso di Farina e Martino, tirati in ballo perchè possessori di un capannone nelle campagne di Buonalbergo, preso in fitto alcuni anni fa da una curatela fallimentare, nel quale erano state rinvenute il 21 febbraio una Bmw, una Lancia Delta ed una Fiat Bravo risultate rubate a Roseto degli Abruzzi e a Bari.
Sono impegnati nella difesa gli avvocati Feliciano Salierno, Achille Cocco, Cosimo Ciotta, Antonello Aucelli, Giangregorio De Pascalis.