Nessun dubbio per il legale della parte offesa, secondo il quale la ragazza ha confermato in toto le dichiarazioni già rese, senza quelle contraddizioni che la difesa ritiene invece di aver colto. Capita quasi sempre così, è andata allo stesso modo anche nell'incidente probatorio fissato dal gip Gelsomina Palmieri nell'indagine del pm Chiara Maria Marcaccio e della Squadra mobile a carico di un 21enne - abita in un centro a poca distanza dal capoluogo – che, assistito dagli avvocati Fabio Russo e Vincenzo Giuliano, da metà aprile è agli arresti domiciliari per le ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una minore, atti persecutori, rapina e lesioni personali aggravate.
L'attività investigativa era stata avviata nel settembre del 2022, quando la ragazza, che era stata legata sentimentalmente all'indagato dal 2020, aveva raccontato ciò che le sarebbe accaduto, mentre era 15enne, pochi mesi dopo l'inizio della relazione, poi interrotta, le minacce e le molestie che avrebbe subito.
Assistita dall'avvocato Gerardo Giorgione, aveva riferito di essere finita in una condizione di soggezione tale da accettare di riprendersi con il cellulare, e di inviare le immagini a lui, mentre compiva gesti di autolesionismo. Aveva poi parlato anche degli abusi sessuali ai quali sarebbe stata costretta, degli schiaffi e dei pugni al volto che in un'occasione le sarebbero stati sferrati.
Una ricostruzione alla quale il 21enne non aveva opposto la propria durante l'interrogatorio di garanzia, avvalendosi della facoltà di non rispondere.